Nell’area marina protetta di Portofino è tornato per il secondo anno consecutivo il progetto EcoeFISHent, che ha l’obiettivo di promuovere la lotta agli attrezzi fantasma ghost gear (reti, lenze e attrezzi da pesca abbandonati o persi accidentalmente in mare) e favorire l’economia circolare legata al recupero degli scarti della filiera ittica.
L’11 aprile è stata organizzata una giornata di pulizia dei fondali da reti e lenze fantasma in collaborazione con i subacquei di Reef Alert Network all’interno dell’area marina di Portofino, più precisamente nella zona di Punta Bussego.
Con 1 ora di immersione, i 4 subacquei hanno “ripescato” 5 kg di lenze, probabilmente derivanti da attività di pesca ricreativa, che finalmente smetteranno di soffocare il mar Mediterraneo.
«Nelle acque dell’area marina protetta di Portofino, le lenze rappresentano una delle minacce maggiori per una moltitudine di specie, come le gorgonie, i coralli, le spugne ed altri organismi bentonici. Se non vengono recuperate, creano dei grovigli che finiscono per danneggiare habitat chiave, i quali non sono poi più in grado di fornire riparo e sostentamento ad altri organismi marini, mettendo così in pericolo l’intero ecosistema marino», spiega Giulia Prato, responsabile Mare del Wwf Italia.
«È essenziale che chi svolge questa attività ricreativa sia consapevole degli impatti che ne possono derivare, adottando comportamenti rispettosi del mare, evitando le aree più vulnerabili, ricche di gorgonie e coralli e con il maggiore rischio di rottura e dispersione delle lenze», dichiara Valentina Cappanera, project manager dell’area marina protetta di Portofino.
Il materiale recuperato è stato prelevato da Proplast, altro partner del progetto EcoeFISHent, per valutarne l’effettiva possibilità di riciclo. Infatti, l’idea del progetto EcoeFISHent è quella di focalizzarsi sulle varie possibilità di riciclo delle reti fantasma e dismesse, per ottenere componenti per il settore automotive e per il settore cosmetico.
Lo scorso anno gli attori locali dell’AMP di Portofino hanno firmato una lettera d’intenti per sviluppare un protocollo per la prevenzione, mappatura, segnalazione, recupero e riciclo degli attrezzi fantasma: queste attività di recupero e analisi servono proprio a definire e testare il protocollo più adeguato.
Portofino rappresenta infatti la prima tappa di una serie di attività di pulizia organizzate dal Wwf che si svolgeranno in altre due aree marine protette (Bergeggi, in Liguria, e Capo Milazzo, in Sicilia) fino a luglio 2023.
Ma il Wwf vuole anche sensibilizzare il grande pubblico su questa minaccia al Mare Nostrum mostrando il lavoro dei protagonisti di tutte le attività di pulizia che integrano la propria professionalità alla grande passione per il mare e le sue bellezze: si tratta di team di veri e propri “ghostbusters del mare” formati da subacquei professionisti o semplici amatori, pescatori, gestori delle Aree marine Protette, biologi marini. Nell’ambito della Campagna GenerAzioneMare e con il supporto del progetto EcoeFISHent il WWF realizzerà infatti un reportage che verrà presentato a fine anno in un evento dedicato.