Ammonta a circa 297mila euro l’investimento di Regione Liguria per la realizzazione di un intervento di mitigazione del rischio idrogeologico a Ne, nell’entroterra del Tigullio, lungo la Sp26 in località Santa Lucia dove nel maggio scorso, a seguito di forti precipitazioni, si è verificata un movimento franoso con lo sgombero di alcune abitazioni ai piedi del versante. Ad annunciare l’avvio dell’opera è stato oggi l’assessore regionale alla Protezione civile e Difesa del Suolo Giacomo Giampedrone che ha effettuato un sopralluogo, insieme al sindaco Francesca Garibaldi.
A innescare la frana, in un’area caratterizzata da terrazzamenti a uliveto, sono state, nella prima metà del mese di maggio, piogge di significativa intensità, con picchi di oltre 70mm giornalieri e cumulate di quasi 140mm. Il materiale franoso ha invaso il letto del rivo sottostante, lungo il quale si è incanalato sotto forma di colata rapida trasportando a valle numerosi arbusti divelti.
«Con il finanziamento che annunciamo oggi – ha detto Giampedrone – andiamo a dare risposta a una situazione di grave criticità che ha colpito il Comune di Ne la scorsa primavera, quando si è verificata la frana che ha costretto all’evacuazione i residenti della zona. L’intervento che sosteniamo come Regione Liguria è un intervento strutturale ed è volto alla messa in sicurezza del fronte franoso e permetterà ai cittadini il rientro nelle loro case. Servirà in ogni caso un’indagine approfondita per caratterizzare il fenomeno e capire se i lavori saranno sufficienti o se sarà necessario intervenire ulteriormente. La Regione Liguria resta in ogni caso al fianco del Comune di Ne perché, come detto in molte altre occasioni, obiettivo del nostro mandato è la lotta al dissesto idrogeologico e l’aumento della resilienza del nostro territorio».
L’intervento previsto si articola in diverse fasi che, inizialmente prevedono:
– il confinamento del ciglio di frana attraverso realizzazione di cordolo su micropali tirantato al fine di limitare la possibile estensione a monte del fenomeno;
– la realizzazione di una prima barriera al piede del versante in frana, sul pendio in sponda sinistra del rivo di altezza 3,50 metri e lunghezza pari a 30 metri;
– la realizzazione di una seconda barriera alla base del colamento entro il rivo di altezza 6 metri, lunghezza pari a 15 metri alla sommità e 4 metri al piede.
In assenza di una pista di arroccamento per l’accesso ai siti, l’intervento dovrà avvenire con l’ausilio di elicottero.