Ancora indicatori in forte calo in Liguria secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe nella settimana 19-25 maggio 2021. Con i 102 casi attualmente positivi per 100 mila abitanti è seconda in Italia nella classifica delle regioni con meno contagiati (dietro al Molise con 61). La variazione percentuale dei nuovi casi è -30,1% rispetto alla settimana precedente. I posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19 sono il 18% (contro il 15% italiano), mentre i posti letto in area medica sono il 9% (media italiana 14%).
«Per la decima settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – continuano a scendere i nuovi casi settimanali, in parte per la ridotta circolazione del virus, come documenta la riduzione del rapporto postitivi/casi testati, in parte per la crescente diminuzione dell’attività di testing». La Liguria fa parte delle 8 Regioni (con Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Provincia Autonoma di Trento, Sardegna, Umbria e Veneto) in cui l’incidenza settimanale dei casi è inferiore a 50 casi/settimana per 100.000 abitanti.
«Se le curve dei ricoverati nei reparti di area medica e terapia intensiva – prosegue Cartabellotta – stanno scendendo più velocemente grazie all’effetto delle coperture vaccinali nelle classi di età più avanzate, quella delle persone in isolamento domiciliare, in media più giovani, cala più lentamente».
Per quanto riguarda i vaccini Liguria al quinto posto per popolazione vaccinata, con però la percentuale maggiore di persone che hanno effettuato il ciclo completo: 20,5%. Il 17,4% invece ha ricevuto la prima dose.
Sulla copertura delle categorie prioritarie, gli over 80, la Liguria si avvicina al 90% di copertura, con il 78,3% ad aver completato il ciclo e l’11,3% con solo la prima dose.
Nella popolazione tra i 70 e i 79 anni Liguria ancora indietro nel totale (76,2%), ma messa meglio di altre regioni sul ciclo completo (39,8%).
Ancora il 34,4% dei liguri tra i 60 e i 69 anni non ha ricevuto nessuna dose.
Gimbe sottolinea anche che non è possibile effettuare ulteriori valutazioni sulle categorie, per esempio, dei soggetti fragili e loro caregiver: per questa categoria non sono noti il denominatore totale e la sua distribuzione regionale, né la suddivisione tra prima e seconda dose.
«Più in generale – commenta Cartabellotta – alcune Regioni, piuttosto che utilizzare altre strategie per aumentare la copertura vaccinale degli over 60, stanno ampliando in maniera molto diversificata i target anagrafici con l’obiettivo primario di mantenere elevato il numero delle somministrazioni».
«Se da un lato il mix tra riaperture graduali, progressione della copertura vaccinale nelle persone a rischio, comportamenti virtuosi della popolazione ed effetto della stagionalità apre la strada a un prudente ottimismo – conclude Cartabellotta – dall’altro è indispensabile rilevare tre criticità nella gestione della pandemia e della campagna vaccinale. Innanzitutto, i nuovi criteri per assegnare i colori alle Regioni disincentivano la ripresa del contact tracing proprio quando la riduzione dei casi lo renderebbe fattibile; in secondo luogo, la mancata implementazione di strategie vaccinali a chiamata attiva per aumentare la copertura delle fasce più fragili; infine, non è nota la strategia per identificare tempestivamente ogni possibile ripresa del contagio».