In attesa che venga eletto il nuovo garante dei detenuti, il cui mandato riguarda anche gli stranieri ospiti dei Cir, le persone sottoposte a tso e gli ospiti delle rsa, la Rete tematica carcere, attiva dal 2010 e facilitata dal Centro di Servizio al Volontariato della città metropolitana di Genova (Celivo), ha raccolto le proprie esperienze, idee, proposte e le ha razionalizzate in una lettera inviata oggi al consiglio regionale.
Dal 2019 il gruppo composto da diverse associazioni che operano nel campo della solidarietà e che si occupano in vari modi di giustizia penale (detenuti, ex detenuti, persone in misura alternativa alla detenzione, messa alla prova, etc.) ha seguito con interesse gli avvenimenti legati all’approvazione della legge regionale di “istituzione del garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”, una legge fino a oggi non prevista nella nostra regione e che lo scorso 29 marzo ha trovato conclusione con il voto di approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa della Liguria.
La lettera inviata oggi al consiglio regionale (clicca qui per scaricarla) punta a evidenziare alcune criticità e a offrire un contributo concreto nella scelta della figura del garante da parte di chi quotidianamente opera sul campo.
«Le organizzazioni aderenti alla rete carcere di Celivo – spiega Ramon Fresta del Ceis Genova e portavoce per la Rete Tematica Carcere in questo contesto – hanno accolto con piacere la notizia dell’approvazione definitiva della legge regionale di istituzione del garante delle persone private della libertà. Una figura che riteniamo fondamentale per garantire un percorso, condiviso con le istituzioni, per traguardare scelte utili a migliorare la qualità delle condizioni non solo della popolazione target ma anche di tutti coloro che a quelle persone sono legati; con la positività che caratterizza il volontariato, crediamo che migliorare la loro condizione porti giovamento all’intero territorio».
All’indomani del corso di formazione nazionale realizzato dalla Rete Carcere a cui hanno partecipato centinaia di persone da tutt’Italia, il gruppo ligure fa nuovamente sentire la propria voce ponendo al futuro garante dei detenuti alcune richieste: disponibilità, raggiungibilità, confronto per un lavoro sempre più efficace e migliorativo sul territorio.