Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha incontrato al Mimit il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, e il sindaco di Genova, Silvia Salis, per fare il punto sul futuro dell’ex Ilva e sulle prospettive di rilancio dello stabilimento di Genova-Cornigliano.
La struttura commissariale sta lavorando a un percorso che possa rispondere alla principale richiesta dei lavoratori, ovvero rimettere in funzione anche la linea dello zincato, bilanciandola con la produzione della banda stagnata, con i numeri complessivi dei lavoratori impiegati che sono stati comunicati la scorsa settimana.
Il ministro Urso ha ribadito anche alle istituzioni liguri che non vi è alcun piano di chiusura e che il programma di manutenzione avviato a Taranto è orientato a ripristinare una capacità produttiva di 4 milioni di tonnellate. La riduzione dei flussi di coils verso il Nord è quindi temporanea, legata ai lavori sugli impianti, in vista della ripresa produttiva.
Urso ha infine confermato che il Governo è pienamente impegnato a garantire la continuità produttiva degli stabilimenti e il percorso di decarbonizzazione, anche valutando l’intervento di un soggetto pubblico, ove richiesto e necessario, a sostegno del piano industriale.
All’incontro con le istituzioni liguri, iniziato alle ore 10.00 seguirà quello con le istituzioni pugliesi, in programma alle ore 12.00, come concordato con Regioni ed enti locali nella riunione svoltasi al Mimit venerdì scorso.
In seguito alle notizie giunte da Roma gli operai di Cornigliano hanno sciolto il presidio di protesta in strada che durava da cinque giorni.
Il presidente della Regione Liguria Marco Bucci commenta: «Torniamo da Roma con una prima buona notizia per il futuro dell’ex Ilva di Genova. Il ministro Urso ha ribadito con chiarezza la volontà di garantire la continuità produttiva e di rispondere alle richieste dei lavoratori, rimettendo in funzione anche la linea dello zincato. Abbiamo ricevuto la conferma che non esiste alcun piano di chiusura: la riduzione dei flussi è solo temporanea, legata ai lavori sugli impianti di Taranto per riportare la produzione a 4 milioni di tonnellate. Il Governo resta impegnato anche sul percorso di decarbonizzazione. Continuerò a seguire ogni passaggio con la massima attenzione. Genova e i suoi lavoratori meritano certezze e un futuro solido, e noi siamo al loro fianco».
«Oggi da Roma – commenta Ilaria Cavo, deputata di Noi moderati – arriva quel segnale atteso e importante che avevano chiesto i lavoratori e che avevamo chiesto anche Noi Moderati in Aula alla Camera, con la domanda precisa che avevo rivolto al ministro Urso nel question time di mercoledì: la ripartenza della linea della banda zincata».
Secondo la Cgil Genova e Liguria è arrivato “il primo risultato positivo arrivato grazie alla mobilitazione dei lavoratori”
Il presidente del Consiglio regionale della Liguria, Stefano Balleari, considera le dichiarazioni di Urso “Un segnale positivo per Genova, per la Liguria e per il Paese”
La sindaca di Genova Silvia Salis vede “Una prima boccata ossigeno” dice “no alla violenza”, ed esprime “solidarietà a lavoratori Uilm”. Purtroppo – dichiara – c’è stato qualche brutto episodio nelle ultime ore, che condanniamo con fermezza: esprimo la mia personale solidarietà ai lavoratori della Uilm, che hanno denunciato di essere stati aggrediti.
Tensione tra i sindacati. Uilm: “Noi aggrediti da individui con la felpa Fiom”
In mattinata proprio davanti allo stabilimento genovese ci sono stati momenti di tensione: il segretario generale della Uilm Luigi Pinasco, il segretario organizzativo Cladio Cabras e tre delegati del sindacato hanno riferito di essere stati aggrediti a calci e pugni da alcune persone che indossavano la felpa della Fiom e inseguiti per un chilometro. «È un episodio inaccettabile che non possiamo far passare in alcun modo – dice il segretario generale Uil Liguria Riccardo Serri -. Stiamo vivendo un momento drammatico per il lavoro nella siderurgia e queste persone mascherate da bulli pensano di fare il bello e il cattivo tempo spostando l’attenzione dal problema al regolamento di chissà quali conti. Così si perdono di vista i veri obiettivi. Niente può giustificare umiliazioni, calci, pugni e violenza verbale con cui viene condotta questa vertenza da parte di alcuni soggetti improponibili».



























