Bilancio positivo per le imprese della Liguria nel 2024: il saldo tra aperture e chiusure nei dodici mesi da poco conclusi si attesta a +338 unità, che portano il totale delle attività liguri a 158.332. Alle 8.175 nuove iscrizioni hanno fatto eco 7.837 cessazioni di attività esistenti, per un tasso di crescita della base imprenditoriale regionale che si attesta a +0,21%, segnando una ripresa rispetto allo scorso anno che si era chiuso a -0,02%.
È quanto emerge dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2024, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
In Liguria il territorio più vivace è stato lo spezzino con un saldo finale di 244 imprese e un tasso di crescita del +1,18%, che porta la provincia ligure nella top ten delle migliori (ottavo posto assoluto). Tra le liguri, nella graduatoria segue Imperia con +178 attività pari a un incremento del +0,71%, posizionandosi sopra alla media nazionale del +0,62%.
Chiude l’anno in pari Genova (-0,01%), dove durante i 12 mesi del 2024 le cessazioni hanno superato di sei unità le nuove iscrizioni. Bilancio negativo, invece, per Savona dove a fine anno si contano 78 attività in meno rispetto al 31 dicembre 2023, con un tasso di crescita del -0,27%.
A livello nazionale, l’anagrafe delle imprese italiane registra un saldo tra aperture e chiusure positivo per 36.856 unità. Alle 322.835 iscrizioni di nuove attività economiche hanno fatto eco 285.979 cessazioni di attività esistenti, per un tasso di crescita della base imprenditoriale che si attesta a +0,62% (contro +0,70% del 2023).
Tuttavia il ritmo delle aperture di nuove imprese, sottolinea Unioncamere, segna uno dei tassi di natalità più contenuti degli ultimi 20 anni (peggio solo negli anni del Covid).
Inoltre, si amplifica il fenomeno delle “culle d’impresa vuote” con zero nuove attività in 478 comuni italiani (contro i 374 del 2014 e i 212 del 2004). In Liguria i comuni in cui lo scorso anno non c’è stata neppure una nuova iscrizione al registro delle imprese sono stati 18, che corrispondono al 7,7% dei comuni liguri.
«Oltre all’aspetto della denatalità di impresa di alcuni territori, un andamento che crea disparità tra le nostre regioni − sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete −vanno valutate ed approfondite le cause che stanno portando a una riduzione della base imprenditoriale di alcuni settori cardine della nostra economia, come il commercio, l’agricoltura e il manifatturiero. Positiva invece la crescita di diversi comparti dei servizi, a partire dalle Attività professionali scientifiche e tecniche».
A livello settoriale, il saldo positivo del 2024 in Italia riflette dinamiche eterogenee tra i vari comparti. Oltre l’80% della crescita annuale (29mila imprese) si concentra in soli tre macro-settori: attività professionali scientifiche e tecniche (+10.845 imprese, pari ad un tasso di crescita del 4,40% su base annua), costruzioni (10.636 imprese in più, corrispondenti ad una crescita dell’1,27%), alloggio e ristorazione (+8.125, pari a +1,78%).
In modo quasi speculare, altri tre grandi comparti hanno pesato in senso negativo sul saldo con una riduzione apprezzabile del proprio perimetro imprenditoriale: commercio (10.129 imprese in meno, pari al -0,72% contro lo 0,60% in meno del 2023), agricoltura, silvicoltura e pesca (-7.457, pari al -1,06% e in linea con l’anno precedente) e attività manifatturiere (-4.137 -0,81% contro -056% del 2023).