Il crollo del ponte Morandi ha danneggiato anche l’azienda Fuorimuro, la società che gestisce in esclusiva, su incarico dell’Autorità Portuale, le manovre ferroviarie all’interno del Porto di Genova.
Ieri, in Confindustria, l’incontro tra azienda e sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, UIltrasporti, che hanno manifestato la propria preoccupazione rispetto al deficit di 700 mila euro accumulato in particolare dopo le ripercussioni conseguenti al crollo del ponte Morandi.
«Riteniamo il trasporto su ferro un punto fondamentale per lo sviluppo dei traffici – dice Enrico Poggi della Filt Cgil – e pensiamo che questo tema debba essere al centro di una discussione che porti, nel breve, a soluzioni efficaci per il superamento delle problematiche esistenti».
«Siamo convinti che Fuorimuro – aggiunge Fabio Ferretti della Filt Cgil – possa e debba essere il fulcro di un sistema capace di unire il ciclo delle manovre ferroviarie con il collegamento tra porto e retroporto ed apprendiamo con favore il fatto che su questo percorso possano esserci interventi di primarie aziende operanti nel porto di Genova».
«Per parte nostra – annunciano Davide Traverso e Massimo Rossi della Fit Cisl – attiveremo un confronto con l’Autorità di Sistema Portuale richiedendo alla stessa un incontro urgente per affrontare e superare i problemi relativi al trasporto su ferro a partire da soluzioni già percorse riguardo a società fornitrici di servizi di interesse generale all’interno del Porto di Genova».
«I lavoratori di questo settore si trovano per l’ennesima volta, loro malgrado, ad affrontare difficoltà e preoccupazioni indipendenti dalla loro volontà – sottolineano Roberto Gulli e Duilio Falvo di Uil Trasporti – in questi anni il senso di responsabilità degli stessi non è mai mancato ed ha contribuito a riportare ad ottimi livelli qualitativi questo servizio, adesso però occorrono risorse ed investimenti mirati per fare un salto di qualità, salvaguardare salari e livelli occupazionali resi ancora più necessari dalla situazione post-Morandi».