Chiudono la settimana in calo le principali Borse europee, penalizzate dai tecnologici, che hanno risentito del cattivo andamento del settore in Usa e dai finanziari, frenati dalle dichiarazioni di Mario Draghi. Il presidente della Bce ha confermato la forward guidance con la fine del Qe a dicembre e il rialzo dei tassi di interesse previsto per il 2019, aprendo però uno spiraglio verso un prolungamento della politica dei tassi zero nel caso «le condizioni di liquidità dovessero inasprirsi o se si verificasse un deterioramento delle prospettive di inflazione».
Il Cac 40 di Parigi segna -0,17%, il Dax di Francoforte -0,11%, Madrid, il Ftse 100 di Londra -0,1% circa. Milano ha terminato le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 20.752,08 punti (-0,15%) e Ftse Mib a 18.878,31 punti (-0,14%)
Lo spread BTp/Bund chiude in moderata contrazione rispetto a ieri ma sui massimi di seduta. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco ha terminato la settimana a 312 punti base, dai 314 punti della chiusura di ieri. In frazionale calo anche il rendimento dei titoli decennali italiani, al 3,49% dal 3,50% di ieri.
A Piazza Affari i bancari hanno risentito oltre che delle prospettive di rialzo dei tassi anche del perdurare del confronto tra Commissione Ue e Governo di Roma sui conti italiani e della conseguente tensione sullo spread, rimasto a 312 pb. Tra i quattro maggiori ribassi del listino principale troviamo Ubi Banca -2,59%, Bper Banca -1,81%, Intesa Sanpaolo (-1,76%). Fuori del Mib ancora in grave perdita Carige (-10,53%), in scia alle incognite sull’aumento di capitale. Rimbalza Astaldi (+39,95%) dopo la notizia dell’offerta di Salini Impregilo.
In rialzo il petrolio con Wti a gennaio +1% e Brent +1,1%.
Sul fronte dei cambi, l’euro sale a 1,1401 dollari (1,1309 ieri), continua il recupero della sterlina a 1,284 dollari, mentre permangono le incertezze sulla stabilità della leadership di Theresa May.