Alessandro Laghezza ritira la propria candidatura alla presidenza della Confindustria spezzina.
Era stato designato dalla riunione di giunta del 31 luglio scorso con 22 voti contro 19 ottenuti dall’altro candidato Alberto Maestrini e la riunione dell’assemblea dei soci oggi avrebbe dovuto ratificare la nomina. Nel corso dell’estate, però,sul suo nome l’associazione si è divisa, e i contrasti sono stati esasperati dall’intervento dei politici. Oggi la ratifica del candidato designato dalla giunta non era affatto scontata e in ogni caso avrebbe lasciato l’associazione divisa.
In un comunicato diffuso nella tarda serata di ieri Laghezza ricorda di avere avviato, subito dopo la propria vittoria in giunta, «immediati contatti con la cordata dell’Ing.Maestrini, offrendo allo stesso la Vice presidenza ed ottenendo con sorpresa un secco rifiuto. Analogo atteggiamento di chiusura riscontravo in Termomeccanica e, sia pure con toni meno accentuati, in Oto Melara».
Il 28 agosto scorso Laghezza ha poi presentato il proprio programma. «Ho lavorato – si legge ancora nella nota stampa – fra il 28 agosto ed oggi – per coinvolgere anche le grandi imprese che avevano sostenuto Maestrini, i cui voti, pur non essendo determinanti, hanno comunque un forte significato per quello che queste realtà hanno rappresentato e rappresentano nell’economia di questa città. Ancora una volta alle mie aperture e richieste di collaborazione sono stati opposti netti e talora sprezzanti rifiuti. Senza che ci fosse da parte loro alcun candidato o progetto alternativo, ma semplicemente il mancato riconoscimento del mio progetto e soprattutto della mia persona, come testimoniano le pretestuose polemiche di questi giorni. Un rifiuto spinto sino al punto di minacciare l’uscita dall’Associazione in caso di mia vittoria. A quel punto, preso atto della impossibilità di una ricomposizione in Assemblea e del rischio di un ulteriore indebolimento di una Associazione che già in questi anni ha perso molte imprese e faticato a coinvolgerne altre, ho maturato la decisione, d’intesa con le persone che mi hanno sostenuto in questo lungo e faticoso percorso, di rimettere il mandato conferitomi. Ritengo infatti che un’Associazione non possa essere governata a maggioranza ma nella più ampia ed estesa condivisione, rappresentandone tutte le anime e le componenti, cosa divenuta a questo punto impossibile». Laghezza rimarrà comunque nell’associazione