La nuova Gronda autostradale di Ponente di Genova «non è un progetto Pnrr: se non ci sono interventi normativi richiesti, ed è una delle analisi che si stanno facendo, il via libera può arrivare con gli affari correnti. Se, invece, fosse necessario un intervento normativo, allora richiederà una qualche decisione e si valuterà se all’interno degli affari correnti o meno».
Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, stamattina a Genova a margine di un sopralluogo a Fincantieri. Lo riporta l’agenzia Dire.
«È un’opera molto importante e molto attesa con una serie di problematiche che tutti conoscono − sottolinea il ministro − il lavoro tecnico è in corso da parte delle direzioni competenti. Gli uffici stanno lavorando e ne parleremo anche oggi pomeriggio con gli enti locali».
«La mia richiesta è che i cantieri della Gronda aprano il prima possibile, domani, dopodomani o la prossima settimana» commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
«Di Gronda se ne parla da troppo tempo, ora è il momento di formare i documenti e far partire un cantiere che ha tutte le condizioni per poter partire, con la nuova governance di Aspi con Cassa Depositi e Prestiti, il progetto esecutivo pronto sui tavoli ministeriali, le opposizioni al progetto ridotte al lumicino. Credo vi siano le condizioni tecniche, politiche ed economiche per aprire quel cantiere». Il presidente della Regione Liguria commenta a margine della Summer School all’Albergo dei Poveri, con il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.
«Eventuali ritardi fino all’insediamento della prossima legislatura – aggiunge il presidente della Regione Liguria – sarebbero l’effetto secondario di una crisi che continuo a considerare nefasta per le amministrazioni di questo Paese, per le Regioni e per le imprese. Interrompere una strada in mesi che sono fondamentali per far partire il Pnrr, il collegato Draghi allo stesso, la programmazione europea e gli investimenti governativi mette la città e la Regione di dover aspettare un mese e mezzo che sarà assai turbolento, qualora ci fosse bisogno del Parlamento».