Nessun forno elettrico a Genova nei piani di Jindal Steel: nel progetto della multinazionale indiana per rilanciare lo stabilimento siderurgico dell’ex Ilva a Cornigliano non compare l’impianto.
Lo scrive l’Ansa riprendendo anche alcuni quotidiani locali. Le informazioni sono emerse dopo un incontro riservato a Palazzo Tursi tra la sindaca di Genova Silvia Salis e i vertici dell’azienda, interessata ad acquisire gli impianti ex Ilva.
Con l’appuntamento chiesto al Comune di Genova, proprio alla vigilia della manifestazione dei comitati di cittadini contrari al progetto del forno elettrico nelle acciaierie di Cornigliano, il gruppo indiano, che ha già partecipato due volte alla gara per la privatizzazione dell’ex Ilva e in entrambi i casi è stato sconfitto prima da ArcelorMittal poi da Baku, avvalora il suo interesse per l’ex Ilva.
Nell’incontro con la sindaca Silvia Salis i vertici del Gruppo Jindal avrebbero ribadito l’intenzione di investire sullo stabilimento di Genova, che continuerebbe a essere dedicato non alla produzione di acciaio, ma alla sua lavorazione. Il materiale arriverebbe dal vicino stabilimento di Piombino dove Jindal a marzo si è impegnata a riqualificare le linee di produzione con un investimento iniziale di 143 milioni.
Proprio ieri la visita del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a Genova, durante la quale Urso ha incassato il sì di istituzioni e sindacati al forno elettrico.
La partita per l’acquisizione degli stabilimenti ex Ilva entra ora nel vivo: le manifestazioni di interesse per il bando di gara pubblicato dal Governo, basato su un piano di decarbonizzazione, dovranno essere presentate entro il 15 settembre.
In corsa al momento ci sono sei soggetti: oltre a Jindal, Baku, Bedrock, Marcegaglia, Eusider e Sideralba. L’obiettivo del ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso è aggiudicare la gara entro novembre.
Le reazioni
Rispetto alle indiscrezioni su ex Ilva, Antonio Apa, coordinatore regionale Uilm, si esprime riportando la discussione al prossimo 15 settembre quando verranno svelate le carte a seguito del bando di gara sull’aggiudicazione delle acciaierie.
«Tutte favole quelle di Jindal. Un’azienda che intende fare un’acquisizione va in processione dal ministero delle Imprese e del Made in Italy non dalla sindaca Salis che, ben si sa, ha espresso il parere favorevole del Comune di Genova sul tema del forno elettrico. Questo è il metodo: si va dal ministero. Genova, si sa, mica vuole rimanere con il cerino in mano. Tra l’altro, non ci pare che le credenziali di Jindal siano così qualificate, gli impegni assunti a Piombino parlano chiaro: questa azienda non ha fatto granché per rispettare gli impegni. Chi si candida per riqualificare Genova deve almeno avere i titoli giusti».