La Banca europea degli investimenti ha aperto una linea di credito di 300 milioni di euro per il finanziamento della nuova diga foranea di Genova e di altre opere dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.
264 saranno dedicati alla nuova opera, 25 per l’ultimo miglio ferroviario, con binari da 750 metri con l’obiettivo di ridurre il traffico su gomma, 15 milioni per la messa in sicurezza del torrente Segno a Savona, ma anche il ripristino di banchine esistenti e lo sviluppo di collegamenti elettrici nave-terra, il cosiddetto ‘cold ironing’, che consentirà alle navi ormeggiate di alimentarsi con la corrente da terra riducendo le emissioni di carburante.
Intanto sfuma l’ipotesi delle pale eoliche o dell’utilizzo del moto ondoso come fonte di energia rinnovabile in relazione alla nuova Diga come invece aveva sperato il sindaco di Genova Marco Bucci. Lo ha dichiarato proprio il presidente dell’Authority Paolo Emilio Signorini, riferendo che il progetto di fattibilità ha fornito «qualche controindicazione, data l’altezza necessaria per le pale e i rumori correlati, tanto da non renderle contemplate. Tuttavia stiamo cercando di arrivare a una situazione in cui tutte le attività del porto saranno alimentate da fonti rinnovabili e la modalità prevalente sarà il fotovoltaico, che potrebbe essere sistemato sulla diga esistente che non verrà demolita».
A firmare l’accordo per la prima tranche da 100 milioni, oltre a Signorini, la vicepresidente della Bei Gelsomina Vigliotti: «Con il finanziamento di Genova arriviamo a oltre un miliardo di euro dedicato ai porti italiani. La connettività è uno degli obiettivi principali della Bei e la sostenibilità ambientale pure. Vogliamo diventare la banca del clima, siamo stati i primi ad aderire agli obiettivi dell’accordo di Parigi e non è un caso che finanziamo questo investimento nel porto di Genova, perché raccoglie obiettivi rilevanti per la banca e l’Ue».
I due obiettivi rilevanti sono la mitigazione e l’adattamento: la riduzione delle emissioni di Co2 attraverso il cold ironing, mentre i collegamenti ferroviari consentiranno il decongestionamento del traffico. Mentre il contenimento dell’impatto delle inondazioni rappresenta un importante adattamento, secondo Vigliotti.
«L’Europa ha posto precise condizioni – puntualizza Signorini – per accedere al fondo complementare abbiamo fornito un quadro di analisi costi benefici secondo criteri europei. Abbiamo dimostrato una valenza molto più ampia dell’opera: la sicurezza tecnico-nautica, visto che oggi l’approccio delle navi nel bacino storico è fortemente condizionato dallo specchio acqueo esiguo; la protezione dei portuali da eventi climatici violenti; la sostenibilità ambientale e l’intermodalità associata a questo obiettivo».
La Banca europea per gli investimenti (Bei è l’istituzione finanziaria di lungo termine dell’Unione europea ed è di proprietà dei suoi Stati membri. Eroga finanziamenti a lungo termine per investimenti validi al fine di contribuire agli obiettivi strategici dell’Ue. La Banca finanzia progetti in quattro settori prioritari: infrastrutture, innovazione, clima e ambiente, piccole e medie imprese. Tra il 2019 e il 2020 il Gruppo Bei ha erogato finanziamenti a favore di progetti in Italia pari a 23 miliardi di euro.
La nuova diga costa 1,3 miliardi e ha ottenuto per ora un finanziamento da parte del ministero Trasporti (500 milioni dal fondo complementare al Pnrr e 100 dal fondo infrastrutture portuali), 264 milioni dal prestito della Bei e 57 milioni di euro da un finanziamento regionale attraverso una legge approvata di recente. Il fondo complementare finanzia anche l’ampliamento di un’altra diga, quella di Vado, con 45 milioni.
Entro il 31 dicembre sarà chiusa la manifestazione di interesse. Anche la valutazione di impatto ambientale arriverà entro fine mese, secondo quanto afferma Signorini. «Chiudiamo la conferenza servizi a gennaio, manderemo le lettere di invito e chiuderemo l’aggiudicazione entro marzo per avviare i lavori entro la fine del primo semestre 2022».
I lavori alla Diga termineranno entro il 4° trimestre del 2026. I restanti interventi entro il 2024.