È uno dei manufatti storici della città di Genova, il palazzo più grande con i suoi 60 mila mq. L’Albergo dei Poveri e la sua proprietà, l’Asp Emanuele Brignole, stanno a poco a poco uscendo da una situazione emergenziale a livello debitorio. Dimezzata la cifra in questi ultimi anni (da 40 a 20 milioni) in cui l’architetto Marco Sinesi (nella foto di apertura) è stato commissario straordinario.
Per l’ex Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza, diventato Azienda pubblica di servizi alla persona nel 2003, è una boccata d’ossigeno che potrebbe diventare ancora più efficace in questo 2024, spiega a Liguria Business Journal Sinesi a margine della presentazione di Antiqua, a cui l’Albergo dei Poveri partecipa portando una piccola parte della collezione di paramenti sacri: «La gestione, da molto complessa, si sta normalizzando e se riesco a chiudere almeno una delle due operazioni di gestione su cui stiamo lavorando, allora diventerà una partita decisamente più giocabile. L’obiettivo entro i prossimi due anni è ridurre il debito di un’altra decina di milioni».
La riduzione del debito è avvenuta grazie ad alcuni stralci collegati al piano di rientro e alienazioni immobiliari, poi interrotte per non depauperare il patrimonio privilegiando gli affitti e se prima del 2015 i bilanci erano costantemente in rosso, dal 2019 la situazione contabile annuale è tornata in positivo. Al momento il core business è rappresentato dalla rsa La Doria.
Grazie a 400 mila euro della Regione Liguria è stata ristrutturata la Galleria uomini, un cantiere andato avanti nel periodo Covid e oggi sono in ristrutturazione sia l’oratorio uomini sia Valletta Carbonara: «Un progetto ambizioso portato avanti insieme al Comune di Genova − chiarisce Sinesi − ma in primis proprio come Brignole perché ci abbiamo creduto dal principio. Valletta Carbonara sarà aperta al pubblico e si trasformerà da luogo di costo a punto di forza, visto che verrà fatta uan gara per assegnare le nuove funzioni. Sarà un punto di riferimento sia per il quartiere di Castelletto sia per la città e per l’Albergo dei Poveri che subirà probabilmente ulteriori trasformazioni e se il Brignole non avesse avuto da gestire i disastri che sono stati fatti in passato sarebbe già oggi una Ferrari».
La parte monumentale viene gestita da tre-quattro persone, Sinesi compreso. «Siamo tutti innamorati di questo edificio».