Prende forma il primo punto del programma elettorale di Silvia Salis: la giunta ha licenziato le linee guida per la riforma dei Municipi a partire da nuove assunzioni che saranno 18 nel 2026 (10 amministrativi, 3 operatori per centri civici e biblioteche e 5 nell’area tecnica) e 37 a inizio 2027 al netto del turnover proprio per dare gambe alle intenzioni e realizzare anche una rete fisica dove i cittadini potranno portare istanze e soprattutto avere la restituzione da parte delle istituzioni dei progetti sul territorio.
Salis spiega: «Siccome chiamiamo la cittadinanza a decidere i consigli e la guida dei Municipi e nel 2026 sono 100 anni dalla formazione della grande Genova, da cui nasce la natura policentrica di questa città, e abbiamo trovato un territorio bisognoso di più ascolto, ecco una risposta amministrativa e pratica. Alla base del concetto di riforma dei Municipi c’è la cura della comunità, ascolto delle istanze del territorio, ma anche il rafforzamento della manutenzione di tutti i nostri Municipi e dare loro la titolarità della riqualificazione del proprio territorio scegliendo quali sono i progetti da portare avanti e quali sono le necessità primarie che vogliono sviluppare».
Secondo Salis è giusto che i presidenti del Municipio «prendano l’onere e l’onore di stabilire quali sono le principali azioni che sono richieste da chi vive su quei territori. Ovviamente la macchina centrale deve guidare questo processo, però deve guidarlo con un’indicazione molto chiara: i Municipi si assumano la responsabilità di indicarci quali sono le azioni primarie di cui ha bisogno il territorio».
La riforma si articola in due macro-temi: cura del territorio e cura della comunità.
Cura del territorio
Un esempio pratico che sta già avvenendo e citato dalla sindaca è la condivisione del piano annuale di Amiu con i Municipi da parte dell’assessora Pericu, cosa che prima non avveniva: «È stato modificato sulla base delle loro esigenze». «Soprattutto per quanto riguarda pulizia e lavaggi», puntualizza Pericu. Stessa cosa ha fatto l’assessore alle Manutenzioni Massimo Ferrante con Aster. «Aster − aggiunge Salis − sarà fondamentale per dare gambe a questa riforma, anche perché negli ultimi anni era stata destinata a scopi che non erano propri di quelle che sono le azioni principali che deve fare Aster sul territorio. Tutti gli assessori agiranno in modo trasversale, è anche un po’ il senso delle giunte itineranti dove ascoltiamo tutti, anche le opposizioni». Altro esempio: i Municipi sono stati coinvolti nella decisione di dove usare i 200 mila euro ricevuti dalla Fondazione Carige per ristrutturare campetti sul territorio.
Sulle manutenzioni Salis puntualizza le cifre: «Abbiamo posto 2,6 milioni nel 2025 in conto capitale e 2,7 milioni per il 2026 per manutenzione straordinaria, più 450 mila euro per quella ordinaria. La riforma dei Municipi si svilupperà per tutti i 5 anni, gradualmente, aumentando le competenze, aumentando la forza d’azione sul territorio, questo troverà sempre più spazio anche nei nostri bilanci negli anni».
L’assessore al Decentamento amministrativo Davide Patrone evidenzia che questa è una riforma che rivisita la complessa macchina comunale, ma che ha anche l’obiettivo di rendere Genova una città più inclusiva. «Non è un fatto burocratico, il fine è anche di stimolare un maggiore protagonismo dei cittadini, di avere delle istituzioni più vicine alle genovesi e ai genovesi. Tutti gli assessori stanno lavorando in questa direzione: dalla Cultura alla Sicurezza, con la costituzione, in quest’ultimo caso di un osservatorio integrato. Grazie anche ai presidenti dei Municipi che hanno contribuito a redigere queste linee guida».
Obiettivo: stimolare la partecipazione in modo coordinato
In un Paese dove non vota una persona su due, l’obiettivo è dunque anche stimolare la partecipazione delle persone: «Dare un significato ai Municipi significa dare loro la possibilità, con uffici appositi e con nuove dotazioni di risorse, di fare quel lavoro di ingaggio partecipativo che sui territori è sempre più importante. Abbiamo pensato a due innovazioni, entrambe su un modello molto avanzato di decentramento che è quello del Comune di Bologna: forum di quartiere che siano aperti alla cittadinanza e che costruiscano delle forme di partecipazione decisoria e ordinata. La frustrazione dei cittadini singoli o in forma associata ha portato anche alla scomposizione delle forme di partecipazione, a un ingaggio solo conflittuale nei confronti dell’amministrazione. Noi invece vogliamo coinvolgere le persone nella co-decisione, nella co-programmazione, e per farlo ci vogliamo dotare sperimentalmente sul Centro-Est e poi attuando una valutazione di impatto e ampliandola a tutti i municipi, di un forum di quartiere che abbia proprio questo senso assieme al lavoro che fanno i progetti di comunità. Stiamo pensando a questa integrazione assieme all’assessore Lodi perché è un fattore di Welfare municipale».
Oltre al Forum di quartiere l’idea è di dotare i Municipi di un ufficio Reti, come nel Comune di Bologna: «Personale che avrà abilità trasversali e un’impostazione sociale si occuperà proprio della gestione basata su una serie di percorsi partecipativi e di revisioni regolamentari». La sperimentazione riguarda innanzitutto il Municipio Centro Est con due immobili nel centro storico riqualificati con fondi Pnrr in vico Vegetti e in vico San Bernardo. Sono arrivate ben 58 proposte sull’utilizzo e ieri, 26 novembre, il Municipio Centro-Est ha pubblicato un avviso pubblico nell’ottica di un patto di collaborazione con i cittadini». L’avviso, che si può leggere qui, ha scadenza il 9 dicembre. L’ufficio Reti avrà personale soprattutto a partire dal 2027, con le nuove assunzioni.
La riforma dei Municipi prevede anche quella dello statuto, come era avvenuto per la precedente riforma dell’accentramento attuata dall’allora sindaco Bucci.
Un percorso non breve quello della riforma dei Municipi
Il percorso non sarà breve: prima il passaggio nelle varie commissioni municipali in una sorta di tour in cui verranno raccolte le esigenze e le istanze nelle assemblee e nei consigli municipali per poi arrivare con questa elaborazione in consiglio nell’apposita commissione comunale alla quale chiediamo un contributo collaborativo per realizzare anche sullo statuto le modifiche necessarie, ma vogliamo incontrare anche i cittadini e le cittadine, le associazioni che collaborano col Comune per capire insieme come modificare al meglio il regolamento sull’uso condiviso dei beni comuni. Poi i comitati per ordinare la partecipazione per far sì che non sia scomposta, ma per arrivare a un lavoro di concerto che porti alla realizzazione dei fini e poi ci piacerebbe sperimentare assieme ai dirigenti scolastici incontri nelle scuole per coinvolgere i giovani e le giovani genovesi spiegando cosa sta facendo il Comune per consentire una maggiore partecipazione e appetibilità dello spazio pubblico proprio per i giovani che sono una categoria sociale che nella nostra città è sempre minoranza»
Tra le modifiche regolamentari previste c’è anche un aumento della frequenza della conferenza sindaca-presidenti di Municipio che ora è prevista ogni tre mesi, mentre l’obiettivo sarebbe di farla ogni mese. Ci sarà anche una nuova formulazione dei patrocini che è stata modificata nel 2019 dalla giunta Bucci «che ha sostanzialmente posto un vaglio preventivo anche sugli eventi di mera valenza locale da parte della struttura centrale − ribadisce Patrone − noi crediamo che in un’ottica di valorizzazione del decentramento politico sia da consentire una nuova formulazione affinché sugli eventi di valenza locale ci sia un rapporto diretto».
Nel 2027 il Comune intende arrivare anche a una sorta di bilancio partecipativo sulle priorità del territorio da recepire.
























