Sciopero di 24 ore nello stabilimento dell’ex Ilva a Genova Cornigliano come negli altri siti del gruppo. Il lavoro si è fermato questa mattina alle otto, seguito da un’assemblea. Un corteo sta per partire diretto verso il centro. L’incontro di ieri a Palazzo Chigi sull’ex Ilva tra governo, sindacati e commissari, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, si è concluso in serata con una rottura. Fim, Fiom e Uilm hanno interrotto il confronto e annunciato uno sciopero di 24 ore.
“Abbiamo chiesto alla presidenza del Consiglio di sospendere, di ritirare il piano e di fare intervenire direttamente la presidente del Consiglio Meloni, ci hanno risposto no e noi abbiamo deciso di dichiarare sciopero a partire dalla giornata di domani”. ha detto Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, dopo l’interruzione dell’incontro.
Armando Palombo, delegato Fiom Cgil della ex Ilva di Cornigliano e Stefano Bonazzi, segretario generale Fiom Cgil Genova, in una nota dichiarano che “il piano del Governo porta alla chiusura della fabbrica con la conseguenza che a Genova abbiamo mille posti di lavoro a rischio, mille famiglie che rischiano di perdere il loro sostentamento e la fine della siderurgia nella nostra città e nel Paese. Dal primo gennaio saranno in 6 mila a livello nazionale a trovarsi in cassa integrazione e dal primo di marzo chiuderanno tutti gli impianti. Chiediamo alle istituzioni locali di non stare in silenzio e di adoperarsi per contrastare la decisione del Governo e impedire la chiusura di Cornigliano”.
“A questo punto le istituzioni e il Governo si devono assumere le proprie responsabilità, non si può decretare la morte dell’ex Ilva mettendo in discussione una parte dell’apparato industriale di questo paese, nonché un asset strategico dello stesso” dichiara Antonio Apa, coordinatore Uilm Liguria.
Secondo una nota di Palazzo Chigi: “Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi fra Governo e organizzazioni sindacali sull’ex Ilva, l’esecutivo ha chiarito che non ci sarà un’estensione ulteriore della Cassa integrazione, accogliendo così la principale richiesta avanzata dagli stessi sindacati nel corso del precedente tavolo. In alternativa, saranno individuati adeguati percorsi di formazione in favore dei lavoratori, anche per coloro già in Cassa integrazione. La formazione servirà a far acquisire ai lavoratori le competenze necessarie alla lavorazione dell’acciaio prodotto con le nuove tecnologie green. Il Governo ha confermato, inoltre, piena volontà di concentrare le risorse sulla manutenzione degli impianti per mettere in sicurezza i lavoratori e in prospettiva aumentare la capacità produttiva. L’Esecutivo ha fatto poi il punto sullo stato delle trattative per la vendita del Gruppo e ha manifestato la propria disponibilità a tenere aperto il confronto”.


























