In tempi di emergenza sanitaria pc e tablet non rappresentano più un semplice svago. Diventano essenziali strumenti di comunicazione, mezzi indispensabili per seguire lezioni scolastiche a distanza o semplicemente per mantenere relazioni sociali. Ma la loro presenza nelle case italiane non è così scontata.
Secondo l’ultima ricerca dell’Istat (indagine effettuata tra 2018 e 2019), in Liguria circa il 34% di famiglie non possiede un computer o un tablet nella propria abitazione. Si tratta dell’ottava percentuale più alta d’Italia (la media nazionale è del 33%), dopo la maggior parte delle regioni del Sud (spiccano la Calabria e la Sicilia, con il 46% e il 44,4%), e il Piemonte (quasi 35%).
Nelle altre regioni del Nord la proporzione di famiglie con almeno un computer in casa è maggiore. In particolare a Trento, Bolzano e in Lombardia oltre il 70% delle famiglie possiede un computer, e la quota supera il 70% anche nel Lazio.
L’elevata età media della popolazione ligure potrebbe incidere sul dato regionale: in Italia, la percentuale di chi non possiede uno dei due strumenti sale al 70,6% tra le famiglie di soli anziani (65 anni e più), ma scende al 14,3% tra le famiglie con almeno un minorenne. Anche l’impatto del livello di istruzione è molto forte: nelle famiglie mediamente più istruite (in cui almeno un componente è laureato) la quota di quanti non hanno nemmeno un computer o un tablet si riduce al 7,7%.
I giovani e internet
Negli anni 2018-2019, il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni (850 mila) non ha un computer o un tablet a casa e la quota raggiunge quasi un quinto nel Mezzogiorno (circa 470 mila). Il 57% lo deve condividere con la famiglia. In questi casi meno della metà dei familiari dispone di un pc da utilizzare. Sebbene la maggior parte dei minori in età scolastica (6-17 anni) viva in famiglie in cui è presente l’accesso a internet (96%), non sempre accedere alla rete garantisce la possibilità di svolgere attività, per esempio la didattica a distanza, se non si associa a un numero di pc e tablet sufficienti rispetto al numero dei componenti della famiglia. Soltanto il 6,1% dei ragazzi tra 6 e 17 anni vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per componente.
Se da un lato le famiglie liguri risultano ancora poco “tecnologiche”, la lettura sembra compensare la mancanza di computer e tablet tra le mura domestiche. Anche fra i più giovani.
Dall’indagine dell’istituto la Liguria risulta la prima regione d’Italia, a pari merito con la Valle d’Aosta, per percentuale di giovani tra i 6 e i 17 anni abituati a leggere: sono ben il 64,7%. Seguono la provincia autonoma di Trento (62,6%), il Friuli (62,4%) e l’Emilia Romagna (62,3%). La media italiana è del 52,1%, ma sono forti le differenze territoriali: fanalini di coda la Sicilia e la Calabria (rispettivamente, 32,7% e 36,2%), insieme alle altre regioni del Sud.
Dall’analisi emerge che, tra i giovani lettori italiani, il 46,9% ha letto fino a 3 libri nell’ultimo anno (lettori deboli), il 40,7% da 4 a 11 libri (lettori medi) e il 12,5% 12 o più libri (lettori forti). Sono soprattutto le ragazze a dichiarare di aver letto almeno un libro nel tempo libero (il 58,2% contro il 46,4% dei coetanei). Tra le ragazze, inoltre, risulta più alta la quota di chi ha letto e-book/libri on line (10,5% contro 6,4%). La percentuale più elevata di lettori si registra, per i ragazzi, tra gli 11 e i 13 anni (53%), per le ragazze nella fascia di età successiva (66,2%).
C’è anche una forte associazione tra capitale culturale familiare e abitudine alla lettura dei figli: legge il 67,6% dei ragazzi che vivono in famiglie in cui almeno uno dei due genitori è laureato ma la quota scende al 37,7% se i genitori hanno conseguito al massimo la scuola dell’obbligo.