La Banca centrale europea con l’esame srep del 2017 ha classificato Banca Carige ad “alto rischio” attribuendole un giudizio complessivo pari a 4, il voto più basso nella scala adottata dalla vigilanza, dopo aver rilevato “carenze e problematiche” su diversi aspetti, tra cui l’adeguatezza patrimoniale e il modello di business. Le carenze rilevate dalla Bce riguardano quattro aree: il modello di business e l’adeguatezza patrimoniale, entrambe valutate 4 (rischio alto), il rischio di liquidità e la governance e il risk management, valutate 3 (rischio medio).
La bocciatura, però, è avvenuta prima che la banca portasse a termine con successo il rafforzamento patrimoniale da un miliardo di euro. Le osservazioni della Bce si riferiscono allo stato patrimoniale e finanziario della banca al primo semestre 2017.
L’esito dello srep, il processo annuale di revisione e valutazione prudenziale, emerge dalla documentazione messa a disposizione per l’assemblea di domani. L’esame, all’esito del quale vengono fissati i requisiti patrimoniali che la banca deve sostenere, ha imposto a Carige un Cet1 ratio dell’11,25%, con un equisito aggiuntivo del 3,25% rispetto al minimo dell’8%.
Tra le prescrizioni contenute nella srep letter, consegnata a Carige il 27 dicembre scorso, figura quella di comunicare “semestralmente” lo stato di attuazione del piano di smaltimento dei crediti deteriorati, di approvare entro il 30 marzo un piano strategico e operativo aggiornato ed entro il 31 marzo un quadro per la governance del rischio di credito aggiornato e un piano per le funzioni di segreteria del cda. Prima di distribuire dividendi, inoltre, Carige dovrà procurarsi l’assenso della vigilanza.
I sindaci nella relazione al bilancio 2017 osservano che la banca ha avviato a partire da gennaio 2018 un articolato piano di “remediation” per ottemperare tempestivamente alle richieste dell’Autorità di Vigilanza.



























