Genova, una sfida per architetti e urbanisti. Il suo tessuto urbano, così fitto e disposto in verticale, lascia poco spazio per costruzioni ex novo ma non esclude la possibilità di interventi anche di grande impatto, come dimostra la riqualificazione del porto antico, e obbliga lo studioso a capire come una città moderna possa funzionare diversamente dal solito. Ce lo spiega Kae B. Jones, professore ordinario alla facoltà di Architettura della Ohio State University di Columbus.

Kae B. Jones periodicamente porta in visita a Genova gruppi di studenti dell’Università di Columbus a conoscere le peculiarità artistiche e urbalistiche della città e ha quindi seguito la trasformazione del capoluogo ligure in questi decenni.
«Ho scelto Genova come città da studiare – dichiara Jones a BizJournal Liguria – perché, come architetto, ho lavorato in Italia, ho visto che qui a Genova c’era la possibilità di studiare un’urbanistica molto diversa dalla regola: la topografia, la collina che arriva al mare lasciano un’aspettativa e anche una resposabilità di conoscere questa topografia. Non è che si può fare un’architettura ex novo, non c’è uno spazio piatto e vuoto, è tutto caricato. Il fatto di inserire architettura nella zona richiede la necessità di fare salite, ponticelli, scalinate, e il centro storico l’impossibilità di ospitare autoveicoli. Questo obbliga a capire come una città moderna possa funzionare diversamente dal solito».
«Già ai primi anni del Novecento – continua Jones – c’era un grandissimo ingegnere civile, Renzo Picasso, che è andato negli Stati Uniti per studiare il rapporto tra grattacieli e metropolitana, ed è tornato con disegni meravigliosi. Poi Renzo Piano ha proseguito nel concetto di Renzo Picasso. Io mio mi sono innamorata del tessuto urbano di Genova che è difficile e bello. Poi ho scoperto Franco Albini. Sono venuta a fare ricerche negli anni del G8 e di Genova Capitale della Cultura. Io attribuisco grande merito a Bruno Gabrielli per la riqualificazione del porto antico».
Per quanto riguarda la trasformazione di questi anni, «quello che vedo io è tutto positivo, ciò non significa che lo sia. Una straniera vede un miglioramento nella disponibilità di ristoranti, alberghi di qualità, servizi, musei, vede i restauri dei palazzi di Strada Nuova, i Palazzi dei Rolli. Secondo me Genova ha molta cultura da vendere. E una visita a Genova può fare capire quanto sia stata importante la città che mentre sviluppava l’economia come Venezia, Pisa e Amalfi sviluppava la cultura. Genova è da scoprire, sia per gli stranieri sia per gli italiani. Già la facoltà di Architettura qui è importante e sta migliorando ancora con i nuovi responsabili di dipartimento».
Columbus, la più grande città statunitense con il nome del navigatore genovese, intrattiene da tempo rapporti con Genova, grazie anche all’attività degli uffici del consolato Usa. «Noi al momento – precisa Jones – abbiamo tre iniziative che stiamo portando avanti e riguardano i rapporti culturali tra le nostre città: il progetto di cartelami». (Nella seconda metà del XVII secolo si diffonde l’uso di collocare nei “Sepolcri” delle chiese liguri i “cartelami”, cioè figure dipinte su telai sagomati, in modo da poter creare una “teatralizzazione” delle scene della Passione).
Il progetto è di Franco Boggero, della Soprintendenza.«Abbiamo preso una borsa di studio l’anno scorso, è venuto da noi Boggero con il parroco di Laigueglia don Danilo Galliani, il progetto ha conquistato la nostra responsabile di Storia dell’Arte e del museo di Columbus. Così andiamo avanti con due anni di proposte, di mostre, di un film che stanno finendo ora, faremo poi il vernissage. Come Università abbiamo formato un gruppo di otto docenti con interessi diversi, teatro, storia dell’arte, flcloristica, studi religiosi, stiamo lavorando a un corso offerto agli studenti. Infine, siamo impegnati ad assistere le sorelle Maisano, Stefania e Silvana, due allieve ed eredi dello scultore Edoardo Alfieri, le cui opere sono state recentemente donate dalle due sorelle al Comune di Genova. Alfieri, nato a Foggia nel 1913 da famiglia piemontese, aveva vissuto sin dall’infanzia a Genova. È morto nel 1998 a Sanremo. È stato una personalità di spicco del mondo artistico ligure».
Il 12 ottobre 1955 veniva inaugurata a Columbus, Ohio davanti alla sede dell’amministrazione civica una statua in bronzo di Cristoforo Colombo, opera di Edoardo Alfieri, e dono della Città di Genova (allora era Sindaco Vittorio Pertusio) alla più grande città negli Stati Uniti tra quelle che portavano il nome del grande navigatore genovese.
I rapporti di amicizia e collaborazione tra le due città datano da allora e sono stati rinsaldati in varie occasioni nel corso dei decenni, sia formalmente sia attraverso importanti progetti di scambio, molti dei quali hanno ruotato intorno alle celebrazioni del Quinto Centenario dei Viaggi di Scoperta di Colombo nel 1992. In particolare, si ricorda la collaborazione tra l’Università di Genova e Ohio State University e delle rispettive facoltà di Lettere e Architettura, gli scambi in campo medico tra l’Istituto Giannina Gaslini e il Children’s Hospital, la collaborazione tra EuroAmeriFlora 1991 a Genova e AmeriFlora 1992 a Columbus, gli scambi museali e di studenti.
Recentemente, il gemellaggio tra le due città ha ritrovato vigore attraverso la visita, nell’ottobre del 2015, di una nutrita delegazione di Columbus, Ohio (che vanta un programma di gemellaggi molto innovativo con ben dieci città nel mondo) in occasione del Giorno di Colombo, rinsaldando i rapporti e progettando numerose iniziative di scambio per il futuro.