Con 1.144 infrazioni accertate, la Liguria pesa per il 4,2% nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale 2015. A dirlo è l’ultimo rapporto di Legambiente sulle ecomafie, relativo ai dati 2015 forniti dalle forze dell’ordine, Capitanerie di porto e Polizie provinciali.
Il dato posiziona la nostra regione al primo posto tra le regioni del Nord Italia, ottava nella classifica nazionale. In testa Campania (15,6%), Sicilia (14,6%) e Calabria (9,7%), dove sono state accertate oltre 4 mila infrazioni (nei primi due casi, mentre in Calabria sono state oltre 2.600). Ultimi posti per Valle d’Aosta, Molise e Umbria, il cui peso a livello nazionale è quasi trascurabile.
Nessuna presenza ligure invece nella classifica delle prime venti province italiane: spicca il triste primato di Napoli che, da sola, pesa per il 6,1% (pari a 1.579 reati) sul totale delle infrazioni riscontrate nel Paese. Seguono Salerno, Roma, Catania e Sassari.
Dalla lotta all’ecomafia e agli ecoreati arrivano però i primi segnali di una generale inversione di tendenza, dopo l’introduzione della legge sui delitti ambientali nel codice penale e un’azione più repressiva ed efficace. Nel 2015 diminuiscono gli illeciti ambientali accertati (27.745, in pratica tre ogni ora). Salgono a 188 gli arresti, mentre diminuiscono le persone denunciate (24.623) e i sequestri (7.055).
Sono 18 mila gli immobili costruiti illegalmente. In calo le infrazioni nel ciclo del cemento e dei rifiuti. Crescono, invece, gli illeciti nella filiera agro-alimentare (accertati 20.706 reati e 4.214 sequestri), i reati contro gli animali (8.358) e soprattutto gli incendi, con un’impennata che sfiora il 49%. Roghi che hanno mandato in fumo più di 37 mila ettari, più del 56% si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso.
In calo il business delle ecomafie che nel 2015 è stato di 19,1 miliardi, quasi tre miliardi in meno rispetto all’anno precedente (22 miliardi). Un calo dovuto principalmente alla netta contrazione degli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, che hanno visto nell’ultimo anno prosciugare la spesa per opere pubbliche e per la gestione dei rifiuti urbani sotto la soglia dei 7 miliardi (a fronte dei 13 dell’anno precedente).
Legambiente accompagna il rapporto a una serie di proposte di contrasto alla criminalità. Tra queste, una presa di posizione unanime da parte delle classi dirigenti nazionali e locali contro l’abusivismo edilizio e, in particolare, lo snellimento delle procedure di abbattimento degli ecomostri. La rapida approvazione del ddl che tutela il made in Italy enogastronomico. Una maggiore attenzione legislativa al patrimonio di biodiversità e un aggiornamento della legge per contrastare le archeomafie. Tra le richieste, anche l’istituzione di una grande forza di polizia ambientale sempre più diffusa sul territorio nazionale.
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