Quinto giorno consecutivo di calo per i listini europei, il timore connesso alla Brexit spinge gli investitori a cercare gli asset considerati più sicuri. Sale l’oro a quota 1.285 dollari e vengono penalizzati i titoli bancari e quelli con più alto indebitamento. Secondo gli analisti, i mercati potrebbero continuare a subire l’ondata ribassista fino allo svolgimento del referendum del 23 giugno in Gran Bretagna.
Francoforte ha ceduto l’1,4%, Londra e Parigi circa il 2%.
Milano ha chiuso con Ftse Mib a 16.271,35 (-2,11) e Ftse Italia All-Share a 17.920,53 (-2,04).
A Piazza Affari calano Unicredit -1,95%, Intesa Sanpaolo -3,48%, Mediobanca -3,78%,
Bpm -5,21%, Banco Popolare -6,56%, Mps -2,79%, Generali -2,63%.
Negativi anche gli industriali (Fca -1,85%, Finmeccanica -2,27%) e gli energetici (Enel -1,74%, Eni -1,86%) con l’eccezione di Saipem che segna un rialzo dello 0,17% in seguito alle indiscrezioni di possibili nuovi accordi in Russia.
Telecom Italia scende del 3,79% a quota 0,7615 euro per azione.
In ribasso Rcs (-5,62%) al secondo giorno dell’ops promossa da Cairo Communication (-2,82%).
Sul fronte valutario l’euro perde qualche posizione nei confronti della moneta statunitense a 1,1206 (1,129 ieri sera) ma recupera dai minimi di giornata. La sterlina è calata ancora sulla divisa americana a 1,4099 dollari per un pound (1,4211 ieri sera) mentre si rafforza leggermente sulla moneta unica a 0,7943 sterline per un euro (da 0,7951). Ancora in forte rimonta la valuta giapponese: l’euro/yen vale 118,78 (120 ieri), il dollaro/yen 105,94 da 106,3.
Il barile di petrolio resta in calo dopo che il rapporto mensile dell’Opec non ha fornito indicazioni cosi’ significative di un cambiamento di scenario sul fronte della produzione e della domanda: il Wti per consegna luglio scivola dell’1,25% a 48,27 dollari al barile, il Brent agosto cede l’1,53% a 49,58 dollari al barile.