Ha messo d’accordo tutti il protocollo d’intesa in materia di contratti pubblici su lavori, forniture e servizi: sindacati, associazioni di categoria e amministrazione. Lo hanno firmato il Comune di Genova e i rappresentanti dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Cna e Confartigianato, Ascom e Confesercenti, Alleanza delle Cooperative italiane.
Si tratta della prima volta, dall’approvazione del nuovo codice degli appalti, che un protocollo d’intesa viene condiviso da un ente locale con le associazioni sia sindacali sia datoriali.
I capisaldi del protocollo, che durerà tre anni, serviranno per «ripartire insieme e tutelare le imprese sane», dice il sindaco Marco Doria, che ha definito il documento una “Costituzione degli appalti”.
Prevista una stazione unica appaltante, inoltre, aggiunge Doria «si mette un freno alle gare al massimo ribasso, privilegiando la qualità e sarà un ostacolo alle infiltrazioni mafiose, prevenendo anche la corruzione». Il protocollo evidenzia l’importanza degli aspetti sociali negli appalti pubblici, a partire dal rispetto del salario minimo: «Un problema da affrontare in momento di tale crisi economica, perché la concorrenza tra imprese non sempre è leale, puntualizza Doria, perché chi proponeva un ribasso enorme vinceva l’appalto ma poi in realtà non tutelava i lavoratori o svolgeva un servizio di scarsa qualità. Cerchiamo di tornare ai valori di civiltà del lavoro». Per tutti si tratta di un documento dal valore profondo, un segnale di attenzione e di obiettivi condivisi.
Il protocollo va oltre: è stato messo nero su bianco l’impegno a osservare e monitorare anche il durante e il dopo aggiudicazione della gara ed è aperto all’adesione di altri soggetti.
«Condividiamo i principi, da questa unità si deve ripartire – commenta Filippo Delle Piane, presidente Ance Genova – tuttavia siamo estremamente preoccupati perché dopo l’approvazione del nuovo codice appalti non è stata ancora bandita nessuna gara dal Comune. I numeri ci preoccupano e sappiamo che la prima tutela dei lavoratori è il lavoro».
Per Fabio Servidei della Uiltucs «il costo del lavoro incide per ogni ora di fatturato oltre 60%, con punte del 90%. Fondamentale ribadire la clausola di salvaguardia sociale, ciò garantisce la sicurezza sia per il posto di lavoro e sia per l’utente che usufruisce del servizio. Diventa centrale il tavolo di partecipazione». «È la prima volta in Italia – commenta Antongiulio Mannoni (Cgil) – che si firma un accordo che coinvolge le associazioni di categoria, bisogna dare atto all’amministrazione comunale genovese». Paola Bavoso della Cisl sottolinea che «è importante parlare degli appalti, ma ancora di più mettere in fila gli obiettivi e i punti che tengono uniti i cittadini in momenti di crisi, è un punto di partenza per la rinascita».
Antonio Ferrarini (Ascom Confcommercio) chiede al Comune di impegnarsi nella regolarità dei pagamenti, Doria lo rassicura: «Nel 2012 avevamo avuto qualche problema con gli edili, ma ora siamo tornati buoni pagatori, anche la Città metropolitana lo è, purtroppo non si può parlare in questi termini di tutto il settore pubblico».
Tra i punti anche la tutela delle Pmi, che rappresentano il 92% delle imprese sul territorio: «Fondamentale aver messo nero su bianco che si privilegia la qualità rispetto al prezzo – rileva Roberto Timossi di Cna Genova – ma siccome le piccole imprese operano mediamente nel subappalto, bisogna dare la possibilità alle nostre imprese di essere presenti e non soffocate dalle condizioni appaltatore, magari prevedendo anche, nei limiti di legge, a utilizzare la cosiddetta “riserva territoriale” per le opere più importanti, in questo modo le imprese liguri potranno sopravvivere».