L’attenzione per la sicurezza dei luoghi pubblici è diventata ancora di maggiore attualità, viste le recenti evoluzioni sismiche che stanno devastando case e il patrimonio storico-culturale dell’Italia centrale. In Italia solo il 17% degli edifici che ospitano musei o istituti similari è stato oggetto di adeguamenti sismici.
Rammaricarsi per la perdita di patrimoni culturali inestimabili (non parliamo qui di vite umane e case, ma hanno ovviamente un valore maggiore) quando accade un evento (purtroppo) naturale per il pianeta in cui viviamo, senza però far nulla per ridurre il rischio e il danno, è la normalità.
Lo dimostra un’indagine dell’Istat sui musei e gli istituti similari relativa all’anno 2015. In regioni come l’Abruzzo, solo il 41% degli edifici che ospitano musei, è stato oggetto di adeguamenti sismici, è comunque la percentuale più alta in Italia. Il Friuli, altra regione che ha avuto un terremoto devastante, è al quarto posto con il 31,5%, preceduto da Umbria (35,3%) e Marche (32,8%). La Liguria, zona non ad alto rischio sismico, è tra le ultime con il 6,7%. Sino al 2021 è possibile usufruire del sisma bonus (vedi box accanto), un’occasione unica per prevenire i danni di terremoti futuri.
Le percentuali migliorano di poco, ma sono comunque insoddisfacenti, se si passa ad analizzare la presenza o meno di un piano di sicurezza ed emergenza: in Liguria ce l’ha il 55,4% degli edifici che ospitano musei e degli istituti similari. La media italiana è del 53,9, con picchi in Emilia Romagna (62,7%), Trentino Alto Adige e Lombardia (61,3%)
Si torna invece ben distante dalla quota del 50% con la percentuale degli edifici che ospitano musei inseriti nel piano di protezione civile comunale: in Liguria lo è solo il 23,3%. La media nazionale è del 30,7%, ai primi posti Veneto (37,1%) e Umbria (35,3%).
Occorre comunque rilevare che c’è una discreta percentuale di strutture che non hanno risposto al questionario: il 21,8% per gli adeguamenti sismici, il 19,7% per il piano di sicurezza ed emergenza e ben il 39,9% per il piano di protezione civile.

Il sisma bonus è stato prorogato nella legge di stabilità fino al 2021. A seconda dell’intervento, le detrazioni sono del 50-70-80% per le case; del 50-75-80% per i condomini (anche le seconde case). Anche gli enti locali che devono mettere in sicurezza gli edifici pubblici possono beneficiarne.
L’agevolazione è al 50% in cinque anni, dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021. Nel caso di interventi che portano a una classe di rischio inferiore arriva a 70 e 80% nel caso di passaggio a una o due classi di rischio in meno, 75 e 85% se gli interventi riguardano le parti comuni di edifici condominiali.
Tra le novità: applicare lo sconto diretto a tutti i proprietari di appartamenti in condominio, che siano incapienti o meno, mentre anche la parte del 35% a carico dei privati verrebbe anticipata dal fondo tramite la Esco, e ripagandosi con il risparmio energetico sulle future bollette.
Gli immobili, oggetto della nuova detrazione, non solo solo quelli nelle zone 1 e 2, ma anche quelli della zona 3, a medio rischio sismico, quindi anche in Liguria, secondo la classificazione presente qui.