«Le imprese italiane devono sapere cosa le aspetta. Oggi il commercio internazionale non si gioca solo sui prodotti, ma sulla capacità di interpretare regole che cambiano rapidamente. Il ruolo nostro e dell’Istituto di economia internazionale è quello di offrire strumenti e conoscenza per competere». Lo ha dichiarato il presidente dellaCamera di commercio di Genova Luigi Attanasio aprendo i lavori del seminario dedicato all’evoluzione dei dazi Usa e alle ricadute giuridiche ed economiche sul commercio internazionale e al ruolo del diritto doganale come leva strategica per le imprese in un contesto globale sempre più complesso.
A offrire le chiavi interpretative davanti a pubblico di rappresentanti di associazioni di categorie, piccoli imprenditori e professionisti sono stati Sara Armella, tra i massimi esperti di diritto doganale a livello internazionale e presidente della commissione dogane della ICC Italia, e Stefano Comisi, esperto e membro del gruppo di lavoro accise di ICC Italia, autori del libro Guerra dei dazi. Una nuova fase del commercio internazionale.
«Le politiche sul piano dei dazi messe in campo dall’amministrazione Usa – ha commentato Sara Armella – pongono le nostre imprese e il sistema Italia di fronte alla necessità di una trasformazione delle proprie strategie. Il tema è davvero cruciale per il nostro paese, visto che l’export rappresenta il 30% del pil e che il mercato statunitense è il primo mercato di destinazione delle nostre esportazioni fuori dall’Unione Europea. Sarà dunque sempre più importante rimodulare le proprie azioni, ma sarà decisivo inserirle in un contesto macro condiviso sia a livello nazionale che europeo. Sono convinta che ogni cambiamento nasconda delle opportunità. La chiave è saper leggere la nuova realtà e non muoversi in maniera isolata».
Ha dialogato con gli autori Giovanni Battista Pittaluga, direttore scientifico della rivista Economia Internazionale/International Economics, con la moderazione di Nicola Capuzzo, fondatore e direttore responsabile di Shipping Italy.
Le nuove tariffe statunitensi ridisegnano lo scenario: dazio unico del 15% su gran parte dei beni Ue, 15% sulle auto con applicazione retroattiva al 1° agosto 2025, stessa percentuale sui prodotti agricoli, mentre farmaci generici, componenti aeronautici e alcuni beni industriali restano esenti. Sul fronte opposto, per i beni Usa diretti in Europa, l’intesa prevede eliminazione dei dazi industriali, dazio zero su auto e componenti e un accesso preferenziale per i prodotti agricoli “non sensibili”.
Gli Usa hanno inoltre ampliato la lista degli esenti ai dazi con 237 nuovi prodotti – dal caffè alle spezie, dalla frutta tropicale ai fertilizzanti – e siglato accordi quadro con Ecuador, Argentina, El Salvador e Guatemala.
Tra i dati di maggiore impatto: l’accordo Ue-Usa valuta 600 miliardi di dollari di nuovi investimenti negli Stati Uniti e 750 miliardi di dollari in acquisti europei di prodotti energetici americani. Numeri che confermano la portata storica della svolta in atto.

























