Mbda, il gruppo europeo che produce missili e sistemi missilistici, controllato con uguali regole di corporate governance da Airbus (37,5%), Bae Systems (37,5%) e Leonardo (25%) è in costante crescita come ordini, produzione e personale in tutte le sue sedi, compresa quella della Spezia, e costituisce un modello di quell’integrazione dell’industria della difesa dell’Europa considerata indispensabile per rafforzare la sicurezza dei Paesi che ne fanno parte. Lo ha dichiarato Lorenzo Mariani, Mbda executive group director sales and business devolopment, managing director Mbda Italia, nel corso in un incontro con la stampa avvento nell’ambito di Seafuture alla Spezia. Mbda ha proprio alla Spezia, il suo centro di produzione di missili antinave per eccellenza.
«Si parla di Europa della difesa, si parla di nuovi modelli – ha detto Mariani – però in realtà un modello esiste già, ed è quello di Mbda. Il grupppo ha tre azionisti, uno francese, uno inglese, uno italiano, che hanno condiviso tutte le loro attività nella missilistica, e oggi è il secondo fornitore mondiale di missili. Compete con gli americani, metà del suo fatturato lo fa in export, cioè fuori dai quattro paesi domestici. Mbda ha grande presenza nei mercati del Medio Oriente e dell’Estremo Oriente anche perché sfrutta la forza di avere queste tre nazioni principali esportatrici, Francia, Italia e Inghilterra: ci sono paesi dove ciascuno è prevalente, quindi è come avere sempre un capo filiera forte di cui beneficiano anche gli altri componenti del mondo. Detto questo, va tenuto presente che Mbda fondamentalmente è vincolato, e noi volentieri ci sentiamo vincolati, a garantire la sovranità nazionale in Francia, in Italia, in Inghilterra e in Germania».
«È vero, precisa il manager di Mbda – che le aggregazioni industriali sono fenomeni complessi e la storia dice che avvengono più spesso nei momenti di crisi che nei momenti di forte domanda, perché nei momenti di forte domanda ognuno si preoccupa di come crescere e non di come mettersi d’accordo con il suo vicino di casa, ma io credo che l’elemento fondamentale sia politico, più che industriale, importante è che le nazioni europee – e ricordiamo che l’Europa non è come l’America uno Stato federale, è costituita da tanti Stati sovrani – dovrebbero cominciare a fare passi avanti più significativi nel mettere insieme i loro requisiti. La nostra l’industria deve beneficiare al massimo delle sinergie di scala».
Mbda comunque è cresciuta costantemente, in Italia come negli altri paesi partner.
«In Italia – precisa Mariani – abbiamo tre stabilimenti principali, quello di Roma che oggi rasenta le 1.500 persone, nella cosiddetta Tiburtina Valley, uno stabilimento esclusivamente produttivo e con un po’ di ingegneria di equipment a Fusaro, di cui adesso stiamo creando un satellite a Pomigliano, quindi in Campania, e lo storico stabilimento della Spezia, che ha a sua volta un satellite in Aulla. Aulla è il centro della difesa dove si effettuano le lavorazioni piriche, dove viene caricato l’esplodente nei missili, attività che ovviamente viene effettuata con particolare attenzione. Tutti gli stabilimenti di Mbda d’Italia negli ultimi anni, compresi queli della Liguria, hanno avuto un fortissimo sviluppo. Ma va detto che la crescita nelle singole regioni, a livello nazionale italiano e anche a livello globale di Mbda ha più o meno gli stessi valori percentuali, e questo secondo me è un grandissimo segnale chela collaborazione è ben bilanciata. Per stare alla Spezia, oggi il sito conta più di 300 persone, ne contava meno di 200 nel 2020. In Italia, nel 2000-2001 eravano 850, nel 2020 eravamo 1.300, oggi siamo a 2.500 e prevediamo di arrivare 4.000 alla fine del piano, cioè nel 2030, e la nostra intenzione e anche la nostra visione è che tutti gli stabilimenti crescano proporzionalmente».
Secondo Mariani, negli ultimi anni questo sviluppo è stato accelerato da tre elementi. «Uno ovviamente è quella che qualcuno chiama la corsa al riarmo. Non amo molto il termine ReArm Europe, ma devo dire che già dagli anni 2020-2021 è maturata una presa di coscienza delle necessità di difesa e anche il governo precedente aveva avviato un programma di ricrescita di alcune spese militari che erano state particolarmente trascurate. Soprattutto la componente missilistica negli anni da poco prima del 2010 fino a tutto il 2017-18 era stata veramente ridotta ai minimi termini in Italia, al limite della sussistenza. Mbda d’Italia si era saputa difendere grazie all’appartenenza a un gruppo importante e grazie al fatto che è sempre stata un’esportatrice e di conseguenza quello che non raccoglievamo sul mercato nazionale l’abbiamo raccolto su alcuni mercati esteri. Detto questo, già dal 2020 c’è stata una crescita delle spese militari che oggi effettivamente, in particolare nella missilistica, hanno raggiunto un livello importante e sono previsti ancora aumenti di queste spese. La scelta del governo italiano di rafforzare le collaborazioni – ne cito una per tutte, quella del missile Aster, che è il missile fondamentale della difesa aerea di Italia e Francia e anche dell’Inghilterra – e allo stesso tempo di lanciare nuovi sviluppi anche per la difesa nazionale, ha portato una ricaduta abbastanza rapida nella crescita delle professionalità».
A proposito di professionalità, il managing director Mbda Italia ricorda che con la crescita della missilistica e in generale dell’industria della difesa «Hanno ripreso fiato le filiere delle piccole e medie imprese, perché nel mondo della difesa per ogni addetto che sta nel capo-filiera ce ne stanno almeno due, se non due e mezzo, nella filiera delle forniture, dell’indotto. Quindi se nello stabilimento della Spezia ci sono 300 persone, ce ne stanno almeno altre 600-700 nell’indotto collegato».
L’aumento della domanda è così forte che per Mbda, come per altre aziende del settore, non è facile adeguare gli organici. «Noi a oggi – puntualizza Mariani – non abbiamo l’organico che riteniamo serva a soddisfare del tutto la domanda che abbiamo e che prevediamo di avere. Ovviamente la difficoltà è diversa a seconda dei siti dove operiamo. Roma è un bacino di risorse molto importante, però c’è anche molta competizione, ci sono anche aziende di altro tipo che cercano ingegneri. Napoli ha un’ottima università che sforna tanti ingegneri ma la domanda è minore mediamente. In Liguria abbiamo un legame abbastanza stretto con alcune università, essenzialmente con l’Università di Pisa, quella tradizionalmente più vicina al mondo della marina Ci servono ingegneri di ogni specilizzazione, meccanica, elettronica, aerospaziale, informatica. Un altro punto importante è che sta nascendo, anzi è già nato, sta crescendo, la richiesta di applicazione di intelligenza artificiale nei sistemi missilistici e negli stessi missili. Del resto tutte le applicazioni di intelligenza artificiale stanno diventando sempre più attuali, ovviamente non solo nellla difesa ma in tanti altri comparti».
Alla Spezia Mbda ha ampliato il sito produttivo e ha bisogno di ulteriori spazi ma la situazione idrogeologica l’orografia del territorio pongono limiti non facili da superare.
All’ingresso di Seafuture ieri, giorno dell’inaugurazione, si è avuta una manifestazione di protesta contro la guerra e l’industria delle armi a anche oggi, di fronte all’ingresso principale dell’Arsenale, sono piazzate alcune tende di campeggiatori pacifisti protestatari.
«Io credo – commenta Mariani – che ci sia un po’ di strumentalizzazione, noi rispettiamo tutte le leggi, ma non solo noi, si rispettano tutte le leggi di questo mondo, leggi molto, molto, molto restrittive con pene severissime, esportare a un paese in guerra è un reato penale, gravissimo, nessun industriale si mette in una avventura del genere. C’è un processo per fasi per cui ti autorizzano a presentare le tue offerte eventualmente, ma ti possono bloccare in fase contrattuale se le cose cambiano. E anche quando ti hanno autorizzato un contratto, quindi fornisci, questa fornitura può essere bloccata se cambia la situazione. Il mistero degli Esteri ha un controllo capillare rigorosissimo basato sull’ intelligence, sulle ambasciate. Quanto al fatto che le spese della difesa toglierebbero risorse a welfare, questa secondo me è un’assoluta bestialità, perché l’economia di oggi – ma è stato sempre così – può prosperare, soltanto in un ambiente sicuro, e la sicurezza può essere garantita soltanto con la deterrenza. Deterrenza significa avere i mezzi per combattere una guerra ma non combatterla mai, che è quello che ci auguriamo tutti».



























