«Seafuture è una vetrina di eccellenze e anche un laboratorio di idee ed è quindi un ponte verso il futuro perché il futuro si costruisce sul sapere e sulla tecnologia, sugli investimenti e sulla capacità di visione. E mai come oggi è è necessaria la capacità di visione, dobbiamo saper ripensare quello che sembrava acquisito e fare fronte a nuovi scenari». È il messaggio lanciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto all’inaugurazione di Seafuture, l’evento biennale dedicato alle tecnologie del settore marittimo e della difesa.
«Viviamo giorni – ha spiegato il ministro – nei quali le conquiste che ci sembravano ormai solide, consolidate, non lo sono più, neanche quelle come il diritto internazionale, che abbiamo costruito in decenni e abbiamo pensato di essere riusciti a scolpire nella pietra in modo che fosse immutabile, in modo che i risultati raggiunti, i confini che avevamo messo fossero inviolabili. In tempi così difficili occorre solo una cosa a un paese come l’Italia, mantenere la calma, mantenere la razionalità, consolidare la sua forza e trasmettere all’interno e all’esterno un messaggio che sia, non voglio dire di pace, che è una parola abusata, ma di buon senso, di ragionamento, di realpolitik quando serve, di difesa di valori che non possiamo permetterci di abbandonare o di spegnere a seconda del giorno, della settmana o a seconda di chi li calpesta, a seconda che sia un amico o se non lo sia. Io penso – ha aggiunto Crosetto – che chiunque sia presente qua oggi, che sia industriale, che sia militare, che sia civile, che sia politico, che sia imprenditore, abbia la consapevolezza della necessità di vivere in un mondo sereno, un mondo in cui si che compete per le conquiste sociali, per la ricchezza, per la tecnologia, un mondo in cui si considera la forza uno strumento su cui costruire un futuro migliore per i figli e non per diminuire la sicurezza dei figli di altri. E questo è il nostro scopo, questa è la funzione fondamentale di uno Stato come l’Italia, chiunque sia il governo che lo guida».
Crosetto ha sottolineato l’importanza del settore della difesa come volano di sviluppo: «Dobbiamo portare non solo tecnologia, ma anche posti di lavoro che consentano a chi lo svolge di vivere una vita dignitosa. Ci sono state epoche nel quale dire che bisognava portare lavoro, che bisognava creare occupazione, di per sé bastava. Oggi viviamo in tempi nei quali non basta lavorare per sopravvivere bene, dobbiamo porci l’obiettivo, in un mondo che sembra avere sempre più diversità tra la ricchezza e la povertà, di associare in modo indissolubile alle parole lavoro, occupazione, posto di lavoro anche quelle di possibilità di far sopravvivere una famiglia di modo decente, dignitoso, senza problemi, come è stato per chi ha costruito questo Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dobbiamo ricostruire le condizioni economiche anche in questo. Io penso che il settore della difesa possa essere una guida da un punto di vista sociale, di crescita econoica, ma anche di benessere reale per le popolazioni, per la possibilità e la crescita che avrà nel prossimo periodo e per la rilevanza tecnologica».
Per Crosetto dunque così si costruisce sicurezza, non soltanto rafforzando le forze armate, ma «rafforzando la base sociale, rafforzando la struttura economica, andando contro quello che sembra essere il divenire di questi tempi, che sono tempi di frammentazione, tempi di divisione, tempi di polarizzazione».
Polarizzazione interna che il ministro definisce «Il nostro nemico più grande, che si combatte soltanto quando cogli disequilibri e in qualche modo costruisci le condizioni per cui ognuno si senta protetto, tutelato, quando si comporta secondo la legge. Legge che dobbiamo avere però il coraggio di ribadire e far rispettare non soltanto noi stessi, ma anche quando parliamo di diritto internazionale. È quello che stiamo facendo anche in questi giorni, cercando di discernere, ora per ora, quello che è giusto fare e quello che non è»