Potremmo considerarlo la summa del pensiero di Piero Angela “La meraviglia del tutto. Conversazioni con Massimo Polidoro di Piero Angela, Massimo Polidoro”, pubblicato di recente da Mondadori.
In effetti questo libro rappresenta il frutto di un dialogo durato anni tra il grande divulgatore scientifico e Massimo Polidoro, giornalista, scrittore, divulgatore scientifico insegnante al Politecnico di Milano e all’università di Padova, già visiting associate all’università di Harvard.
Piero Angela desiderava da tempo scrivere questo libro per condividere con i lettori, e anche con se stesso, riflessioni e conoscenze accumulati in anni di attività.
“La meraviglia del tutto” intende discutere di scienza, di metodo scientifico e dell’importanza di una corretta divulgazione, e le domande che pone e a cui cerca una risposta riguardano l’universo, la natura e l’uomo. Ne nasce una conversazione da cui emerge il mondo della scienza, ma nel suo significato più profondo, indicato già dal titolo. Perché la scienza procede attraverso la sperimentazione, la produzione di risultati per generalizzazione e la conferma di tali risultati attraverso verifiche ma, come la filosofia, parte dall’osservazione e dallo stupore. Aristotele nel l primo libro della Metafisica osserva che “tutti gli uomini per natura tendono al sapere ma anche che questo naturale impulso verso la conoscenza è mosso dalla meraviglia: “infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come origine, a causa della meraviglia”. E tutti i grandi scienziati hanno in comune la curiosità, sono cercatori di meraviglia. Enrico Cantore scrive che “quando chiediamo a Bohr e a Heisenberg perché siano diventati fisici quantistici, riceviamo questa candida risposta: per un senso di stupore” (L’uomo scientifico. Il significato umanistico della scienza (EDB Edizioni dehoniane, 1987)
Angela ci ha insegnato ad ammirare le meraviglie del mondo senza accettare nulla per scontato e andando oltre le apparenze.