Cento-centocinquanta milioni in tutta Italia per circa 25 operazioni da 5-7,5 milioni: è quanto prevede Marco Rosati, amministratore delegato di Zenit Sgr, per la prossima fase del progetto Blue Economy Debt Fund, che ha come obiettivo quello di dar vita al primo fondo italiano di private debt, dedicato a finanziare e supportare i progetti di crescita delle aziende che operano nei vari settori dell’Economia del Mare. Zenit SGR, il febbraio scorso è entrata a far parte di Consultinvest, gruppo finanziario in Italia guidato da Maurizio Vitolo. L’iniziativa, nei prossimi mesi, farà leva anche sulla forza della rete Consultinvest di oltre 400 consulenti presenti su tutto il territorio, professionisti che saranno di fondamentale importanza sia per la raccolta sia per l’individuazione delle opportunità di investimento.
Il progetto è nato dal lavoro di un team che ha coinvolto Beatrice Gattoni di Consultinvest e Giancarlo Vinacci, già assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Genova e vertice dell’advisory board di Assonautica Italiana-Unioncamere, che sarà anche alla guida del Comitato Investimenti del fondo, ed è stato presentato ieri sera alla Camera di commercio di Genova da Giancarlo Vinacci, Marco Rosati e Beatrice Gattinoni. Dopo il capoluogo ligure, il roadshow itinerante toccherà le città più vicine all’economia del mare, tra cui Trieste, Ravenna, Napoli e Taranto.
In queste operazioni, ha precisato Rosati, «Credo che in Liguria se ne possano fare un terzo. Non solo nello shipping, tra i settori più promettenti, per esempio, c’è quello delle infrastrutture, basti pensare alla nuova diga e a tutto il resto. Cerchiamo aziende con un piano di crescita che necessita di finanziamenti. L’Economia del Mare è stata inserita tra le priorità del Pnrr, tuttavia i finanziamenti pubblici nel settore, per quanto ingenti, non sono abbastanza elastici e rapidi per supportare adeguatamente le imprese coinvolte, soprattutto le più piccole. Il progetto Blue Economy Debt Fund nasce proprio con l’obiettivo di sostenere questo settore grazie al supporto dei nostri Investitori, sempre più accorti e lungimiranti. Noi finanziamo le imprese con interventi fatti su misura, non standardizzati. Possiamo limitarci al finanziamento o fornire consulenza, dipende da quanto l’interlocutore è grande e strutturato, in dieci anni che facciamo questo lavoro abbiamo incontrato un po’ di tutto. Se la società è piccola siamo in grado di dare una mano, senz’altro comunque chiediamo delle regole societarie, che sono un aiuto alla stessa crescita aziendale. La società deve darsi delle regole e rispettarle. Abbiamo un’ottica di dieci anni. Non entriamo nel capitale. La società emette un’obbligazione, noi prestiamo il denaro, e il nostro obiettivo è di vedercelo restituito con gli interessi pagati».
«Parte finalmente un progetto a cui stavo pensando da prima del Covid e che è stato rallentato dalla pandemia – ha detto Vinacci – finalmente ho trovato gli interlocutori validi e con questo primo incontro a Genova siamo partiti. Adesso ci sarà una prima fase, quella della raccolta, abbiamo già dichiarazioni molto importanti da parte di fondazioni, di banche. Le fasi sono: prima la raccolta e poi gli impieghi. Procederemo così: il comitato fa una prima valutazione delle richieste di finanziamento, segue l’analisi, poi la richiesta torna al comitato e, se il comitato approva, parte il finanziamento».
Secondo Vinacci «L’economia del mare rappresenta quello che con ogni probabilità si consoliderà negli anni a venire come l’asset class più strategica: nel 2022 il sistema mare ha segnato una crescita del 9,2%, più ampia rispetto al dato medio nazionale del 6,4%. Un’economia che, considerando anche la componente indiretta o l’indotto, si attesta a 143 miliardi, quasi il 9% del complesso del valore aggiunto nazionale con un’occupazione di circa 914.000 persone direttamente coinvolte. Nel 2022 le imprese attive erano 228.190 su tutto il territorio, non solo nelle zone costiere, ci sono aziende, ad esempio, che fanno divanetti per yacht in Brianza. Economia del mare vuol dire shipping ma anche infrastrutture digitali, ferroviarie e stradali, approdi, trasporti. Sono dati che testimoniano la crescita di una filiera che va tutelata e sostenuta con strumenti di finanza dedicata. E in questa filiera la Liguria è forte, con 16.840 aziende che occupano 95.500 persone, e 140 Comuni litoranei».