I gruppi di opposizione in consiglio regionale (Partito Democratico, Alleanza Verdi e sinistra, Movimento 5 Stelle e Lista Orlando Presidente) hanno presentato una controproposta di riforma della sanità illustrata davanti all’Ospedale San Martino.
“Una riforma di prossimità, che parte dal basso e che guarda ai territori e soprattutto ai bisogni di chi si deve curare. Sì a una sanità condivisa e capillare che sappia intercettare i cambiamenti di una regione che è la più anziana d’Europa e affronta un calo demografico costante. No all’accentramento dannoso proposto da Bucci. Servono risorse, ascolto e una visione d’insieme” si legge nella nota congiunta.
“Presentiamo una proposta che parte dall’idea di una sanità che guarda ai cittadini e a tutto il territorio ligure, per questo proponiamo il rafforzamento delle Aree operative ottimali sovra aziendali rispetto all’attuale articolazione, divise su tre macro aree: Ponente, Levante e Area metropolitana. Questi ambiti territoriali saranno in grado di garantire un servizio di maggiore prossimità e assicurare prestazioni sanitarie di elevata complessità, con una distribuzione geografica compatibile a una piena accessibilità dei cittadini. L’unica Asl non riuscirebbe a garantire una distribuzione ottimale del servizio, soprattutto in un territorio complesso com’è quello ligure. Siamo per l’avvio di un processo di transizione graduale che parta da uno studio dei fabbisogni della popolazione su cui basare il modello di sanità di cui la Liguria ha davvero bisogno, e non viceversa. Siamo la regione più anziana d’Europa e questo è un dato di cui non si può non tenere conto, visto che l’invecchiamento comporta un aumento delle patologie croniche e degenerative e la necessità di continuità assistenziale. Bisogna costruire un modello di prossimità che guarda ai territori e alle loro peculiarità. L’unica Asl rischia di costringere i cittadini a prestazioni diagnostiche o di analisi in zone molto distanti dalla propria residenza, fenomeno a cui già oggi assistiamo e che, senza specifiche chiare, con la riforma di Bucci, rischia di amplificarsi. Per questo presentiamo un documento che parte dal basso e che coinvolge associazioni, personale, enti locali. Siamo per un coordinamento unificato degli ospedali San Martino, Galliera, Villa Scassi, Gaslini, Evangelico, Sestri Ponente, Pontedecimo e futuro ospedale di Erzelli e di Comunità, per migliorare i percorsi e i servizi ospedalieri. Una riforma che non può prescindere dall’unione di sanità e welfare integrando piano socio sanitario e piano sociale integrato. Serve un nuovo patto con i medici di medicina generale per una sanità di prossimità e più vicina ai cittadini. La riforma di Bucci va nella direzione opposta: accentra e allontana la sanità dai territori. Lavoreremo in consiglio regionale affinché non avvenga: la presentazione della nostra controriforma il primo passo”.
Dopo questa presentazione, il documento sarà consegnato al presidente Bucci e condiviso pubblicamente con forze sociali associazioni del settore, enti locali e sul territorio.
La riforma in sintesi
Uno studio dei fabbisogni della popolazione sullo stato di salute della nostra comunità regionale, dei bisogni insoddisfatti e dell’inappropriatezza, che precede il modello da assumere, non viceversa.
Rafforzamento delle tre Aree operative ottimali (Aoo) Ponente, Area Metropolitana, Levante: costituiscono articolazioni sovra aziendali rispetto all’attuale articolazione. No a un’unica Asl.
Costruire un modello di prossimità. No all’accentramento.
Avviare un processo di transizione graduale ed efficace. No a una riforma approssimativa costruita in corsa e di corsa.
Coordinamento unificato degli ospedali San Martino, Galliera, Villa Scassi, Gaslini, Evangelico, Sestri Ponente, Pontedecimo e futuro ospedale di Erzelli e di Comunità. No alla fusione.
Riportare la delega all’edilizia ospedaliera sotto l’assessorato alla Sanità. No al sistema dei commissari.
Riforma della sanità che avanzi insieme al Piano socio sanitario e al Piano sociale integrato, per migliorare l’integrazione dei servizi alla persona
Un nuovo patto con i medici di medicina generale per una sanità di prossimità.
Restituire centralità ai sindaci.























