Che cosa è il destino? Che cosa determina il nostro futuro? Che cosa è la nostra vita? Su questi temi si interrogano, e ci chiamano a riflettere, una artista visiva genovese, Arianna Carossa, e uno scienziato, il biologo molecolare dr. Germano Cecere, direttore di Ricerca all’Istituto Pasteur. Ed è l’Istituto Pasteur di Parigi a presentare, dal 20 settembre, una mostra interdisciplinare, visitabile su appuntamento, frutto del confronto tra l’artista e lo scienziato. La mostra presenta il Progetto Destiny, attraverso nuove opere site-specific create da Arianna Carossa e sviluppate in collaborazione con il dr. Germano Cecere. Un’opera di Concetta Di Modica è presentata come contributo speciale. La collaborazione internazionale è co-curata da Rossella Farinotti (Milano) e Jamie Kulhanek (New York).
Una collaborazione in cui arte e scienza tornano a dialogare e a integrarsi, come avveniva nel Medio Evo e nel Rinascimento, quando le immagini prodotte dagli artisti illustravano scoperte scientifiche e rappresentavano concetti che non potevano ancora essere espressi con un linguaggio tecnico adeguato, e le scoperte scientifiche stimolavano la creatività degli artisti e contribuivano a orientarne le esperienze estetiche.

L’idea di questo confronto interdisciplinare è frutto di una residenza artistica presso il Laboratorio dei Meccanismi dell’Ereditarietà Epigenetica dell’istituto. Perché Destiny esplora l’idea dell’eredità epigenetica, ovvero il fatto che le esperienze di vita possano essere biologicamente inscritte e trasmesse attraverso le generazioni. Sebbene gli scienziati abbiano osservato effetti su tratti come longevità, fertilità e apprendimento, i processi alla base di tali effetti rimangono misteriosi. Il lavoro di Cecere ha il potenziale per far progredire significativamente la nostra comprensione dei meccanismi molecolari alla base dell’eredità epigenetica e ne rivela l’impatto sullo sviluppo animale e sull’adattamento ad ambienti mutevoli. Ascoltando le spiegazioni di Germano Cecere, ricercatore e direttore dell’Unità di studio dei Meccanismi di ereditarietà epigenetica all’Istituto Pasteur, Carossa ha immediatamente rivolto la sua attenzione ai concetti di destino, di futuro e di libero arbitrio. Sentire e comprendere che può esistere la possibilità di poter tramandare esperienze vissute nella nostra vita, ha generato nell’artista sentimenti ambivalenti: un senso di rassicurazione che fonda le radici in una darwiniana crescita dell’essere e, nello stesso tempo, una sensazione di smarrimento di un futuro personale più determinato rispetto a quello che riteneva potesse essere. Bilanciando la rassicurazione della continuità con l’inquietante possibilità di un futuro plasmato più di quanto immaginiamo, le opere di Carossa catturano sia la promessa sia il disagio di questa ricerca.
Le installazioni sono esposte all’interno del Laboratorio dei Meccanismi dell’Eredità Epigenetica al 25 di Rue du Dr Roux, con opere aggiuntive che si estendono all’esterno, nei sentieri e nella serra al 28 di Rue du Dr Roux, fulcro centrale della programmazione delle Giornate Europee del Patrimonio 2025 all’Istituto Pasteur.