“È inaccettabile che i produttori liguri, che lavorano rispettando norme stringenti, debbano subire la concorrenza di prodotti importati a basso costo e senza garanzie. Occorre far valere il principio di reciprocità, anche nei controlli ai porti europei, come quello di Rotterdam, da cui transita il 72% delle merci florovivaistiche importate nell’Unione”. È il messaggio che arriva anche da Coldiretti Liguria a seguito del vertice della Consulta florovivaistica Coldiretti svoltosi a Roma, alla presenza del presidente nazionale Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo, con la partecipazione attiva di Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria e membro effettivo per la Liguria all’interno della Consulta.
“Negli ultimi cinque anni – si legge in una nota di Coldiretti – il valore degli arrivi di fiori e piante stranieri in Italia è più che raddoppiato (+120%), raggiungendo il record di 874 milioni di euro, mai così alto, e favorendo una concorrenza sleale ai danni dei produttori nazionali. Un trend che preoccupa fortemente anche la Liguria, regione che rappresenta una delle realtà florovivaistiche più importanti del Paese, con una produzione che nel 2023 ha superato i 437 milioni di euro, pari a circa il 14% del totale nazionale. In Liguria, il comparto florovivaistico rappresenta il 70% della produzione lorda vendibile agricola regionale, confermandosi asset strategico non solo per il valore economico, ma anche per l’occupazione, il presidio del territorio e l’attrattività turistica”.
Secondo Coldiretti “Il comparto florovivaistico ligure è un fiore all’occhiello dell’agricoltura italiana, ma rischia di essere soffocato da importazioni incontrollate e non tracciabili. Fiori e piante provenienti da Paesi terzi, dove vigono standard ambientali, sanitari e sociali molto meno rigorosi dei nostri, arrivano sui mercati europei spesso attraverso triangolazioni che ne mascherano l’origine reale. È inaccettabile che i produttori liguri, che lavorano rispettando norme stringenti, debbano subire la concorrenza di prodotti importati a basso costo e senza garanzie. Occorre far valere il principio di reciprocità, anche nei controlli ai porti europei, come quello di Rotterdam, da cui transita il 72% delle merci florovivaistiche importate nell’Unione”.
Quindi “È fondamentale rafforzare i controlli, pretendere trasparenza e sostenere chi produce sul territorio in modo sostenibile”.


























