Boris Akunin è lo pseudonimo di Grigorij Šalvovič Čchartišvili, saggista, traduttore, narratore di origini georgiane. Nato nel 1956 nell’ex Unione Sovietica nell’attuale Georgia, a Zestaponi, è cresciuto a Mosca e ora vive a Londra. Laureato in filologia e storia orientale, si è specializzato in lingua e letteratura giapponese, ha pubblicato un importante saggio sul rapporto tra letteratura e suicidio e tradotto scrittori quali Yukio Mishima. È diventato famoso con la serie di gialli ambientati nella Russia del XIX e del XX secolo che hanno come protagonista il detective Erast Petrovič Fandorin, pubblicata in Italia da Frassinelli. La serie ha venduto nel mondo più di quaranta milioni di copie.
Čhkhartišvil iniziò l’attività di romanziere nel 1998 con lo pseudonimo di B. Akunin, un gioco di parole: kunin, in giapponese significa vile, scellerato, con la B. diventa Bakunin, il nome del famoso anarchico russo. I lettori hanno esteso l’iniziale a Boris, nome comune in Russia, e hanno ribattezzato l’autore Boris Akunin. Con questo nome e cognome Čhkhartišvili ora è noto anche all’estero. Anche in Italia, dopo aver a lungo pubblicato i suoi romanzi con il nome B. Akunin, Frassinelli ha stampato gli ultimi con l’intestazione “Boris Akunin”. E così ha fatto Mondadori con “L’avvocato del diavolo”, tradotto da Erin Beretta, Francesco De Nigris e Mariangela Ferosi, con introduzione di Paolo Nori, illustrazioni di Sergej Elkin.
“L’avvocato del diavolo” si legge nel risvolto di copertina, immagina un futuro distopico in cui la Russia è governata da un nuovo regime dopo l’improvvisa caduta del Leader Nazionale, chiara trasfigurazione dell’attuale presidente Putin. Il neoeletto governo, promettendo una rivoluzione democratica, lancia un piano di Ristrutturazione Totale per ridare speranza al popolo e all’Occidente. Quando Boris Turgencikov, uno scrittore dissidente perseguitato dal vecchio esecutivo, torna in Russia per assistere ai cambiamenti messi in atto al suono dello slogan “Onore e Onestà”, resta invischiato in una surreale vicenda giudiziaria. Ingaggiato da una attivista dei diritti umani, si trova a fare da difensore al vicesegretario del morente Leader Nazionale, diventato il capro espiatorio, il diavolo, il vero fautore di tutte le nefandezze del vecchio regime. Nel corso del processo, emerge un quadro di manipolazione politica e propaganda del tutto identico a quello del regime precedente, e Boris scopre che la libertà tanto promessa è solo un’illusione.
Il libro è una rappresentazione satirica della Russia di Putin. Nell’introduzione Paolo Nori spiega: “Secondo Akunin, quando un grande paese è in mano a una sola persona per molto tempo, quella persona perde il contatto con la realtà, si fa un’idea del mondo tutta sua, si immagina, grazie anche a quelli che lo circondano, prima di tutto di essere infallibile, e anche di essere l’unto di Dio, e perciò di poter vedere più lontano, meglio di tutti. (…) Si viene a trovare in un mondo illusorio; in questo mondo illusorio l’Ucraina è un paese che sopporta a fatica un governo di neonazisti e di tossicodipedenti, e sarà suffciente presentarsi in Ucraina perché questo governo crolli, e l’esercito ucraino è un esercito illusorio e non vale niente, e l’occidente è debole e scapperà via appena avrà a che fare con la potenza della Russia”.