La Liguria presenta livelli elevati di benessere rispetto al complesso delle province italiane, ma in misura minore rispetto ad altri territori del Nord Italia. È quanto emerge dalla seconda edizione del report dell’Istat sul benessere equo e sostenibile dei territori, noto come Rapporto Best 2024. Cultura al top, mentre è il profilo più critico è su Innovazione, ricerca e creatività.
Considerando le distribuzioni di 64 indicatori provinciali in cinque classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta), il 42,5% delle misure colloca le province liguri nelle classi di benessere alta e medio-alta, mentre il 28,3% le colloca nelle classi bassa e medio-bassa, facendo meglio della media italiana che, nel primo caso, si ferma al 41,8% e, nel secondo, arriva al 35,6%.
Nel confronto con le altre regioni del Nord-ovest, la Liguria mostra un profilo simile al Piemonte, ma meno brillante di Lombardia e Valle d’Aosta.
La Liguria presenta una ricca offerta culturale, con 165 strutture tra musei, aree archeologiche e monumenti, pari al 3,7% delle 4.416 strutture censite in Italia. La rete di 236 biblioteche pubbliche e private della Liguria, che rappresenta il 2,9% del totale nazionale, è distribuita capillarmente in oltre la metà dei Comuni liguri (51,3%) e serve quasi 1,4 milioni di residenti.
Entrando nel dettaglio dei settori di benessere analizzati, il quadro più critico emerge per il dominio “Innovazione, ricerca e creatività“, dove il 50% delle misure provinciali ricade nelle due classi inferiori di benessere e non ci sono posizionamenti nella classe più alta: il dato più negativo riguarda gli addetti delle imprese culturali, che in Liguria rappresentano l’1,3% del totale.
Punti di debolezza anche alla voce “Qualità dei servizi“, con le criticità maggiori per l’emigrazione ospedaliera. I risultati migliori, invece, riguardano “Lavoro e conciliazione dei tempi di vita” con la maggior parte delle misure nelle classi di benessere alta e medio-alta (70,8%).
Anche gli indicatori sull’occupazione e la mancata partecipazione al lavoro risultano migliori rispetto alla media italiana. Mentre qualche difficoltà in più si registra nel tasso di infortuni mortali e con inabilità permanente, con tutti i valori provinciali superiori alla media nazionale, tranne Imperia. Nel capitolo del “Benessere economico“, nessuna provincia ligure ricade nella classe di coda, ma la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, nel 2022, in Liguria è inferiore di 256 euro rispetto alla media italiana e di 4.381 euro a quella del Nord-Ovest. La distribuzione del reddito disponibile equivalente segnala per la Liguria livelli superiori a quelli nazionali, ma inferiori rispetto al Nord-ovest: il 50% dei residenti in famiglia dispone di almeno 18.800 euro annui a fronte di un valore medio di 17.500 euro per l’Italia e di 19.900 per il Nord-Ovest. La provincia di Genova ha il valore più elevato (19.800 euro), Imperia il più basso (15.800 euro). A Genova si osserva anche la maggiore disuguaglianza: il 10% degli individui più poveri dispone di non oltre 8.000 euro, mentre il 10% dei più ricchi di almeno 37.700 euro.
La città metropolitana di Genova presenta la quota maggiore di posizionamenti nelle due classi di benessere più alte (59,4%) e anche la minore incidenza nelle due classi di coda (15,7%). Le province di Savona e La Spezia si collocano in una posizione intermedia, mentre Imperia fa peggio, con il 50% di posizionamenti nelle classi bassa e medio-bassa e il 21% nelle classi alta e medio-alta.
Ecco l’infografica che riassume tutti gli indicatori