I beni durevoli in Italia tornano a crescere con un +4,2% stimato nel 2024, trainato in particolare dal settore delle auto usate (+9,6%), ma in Liguria l’aumento della spesa è il più contenuto tra le regioni con +1,2% per 2,1 miliardi di euro totali. I dati ripresi dall’Agenzia Dire sono dell’osservatorio annuale dei consumi di Findomestic, realizzato dalla società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Prometeia: secondo la 31° edizione dell’osservatorio, il mercato dei beni durevoli in Italia vale 78,33 miliardi, record storico assoluto, con una spesa media per famiglia pari a 2.955 euro, in aumento del 3,8% rispetto al 2023.
La performance, come detto, è trainata dai risultati del comparto della mobilità, in espansione del 7,6% nonostante il raffreddamento dei prezzi: il fatturato toccherà i 45,2 miliardi soprattutto grazie all’incremento del 9,6% in valore delle auto usate. Il settore dei beni per la casa, dopo la flessione del 2023, rimarrà sostanzialmente invariato (meno 0,1%), attestandosi a 33,1 miliardi con il rialzo del 6,5% dei piccoli elettrodomestici e il consolidamento dell’1,6% dei grandi elettrodomestici che fanno da contrappeso ai lievi cali previsti nei mobili (-0,2%) e nella telefonia (-0,6%) e alle perdite più consistenti nell’elettronica di consumo (-4,1%) e nell’information technology (-4,4%).
Il responsabile dell’osservatorio Findomestic, Claudio Bardazzi, commenta: “In cinque anni, dal 2019 a oggi, il mercato dei beni durevoli vale quasi 10 miliardi di euro in più. I volumi non sono ancora tornati ai livelli pre-Covid ma si spende di più e questo è dovuto in gran parte all’inflazione, in piccola parte al crescente orientamento delle famiglie ad acquistare beni di maggiore qualità”.
Secondo Bardazzi, “la crescita degli ultimi 12 mesi beneficia della spinta degli incentivi statali, pur con effetti limitati dal clima di incertezza economica che colpisce le famiglie italiane, come evidenziano le nostre rilevazioni mensili: per oltre il 60% di loro l’inflazione resta oggi la prima preoccupazione, il 55% non riesce a risparmiare nulla a fine mese e oltre quattro nuclei familiari su 10 lamentano una situazione economica molto o abbastanza problematica. In questo clima di incertezza i consumatori restano prudenti e orientati al rinvio degli acquisti importanti”.
Le regioni in cui si rilevano gli incrementi più marcati della spesa in beni durevoli sono l’Umbria (più 6,6% per 1,3 miliardi totali), la Valle d’Aosta (più 6,4% per 200 milioni) e l’Abruzzo (più 6% per 1,6 miliardi), mentre le crescite più contenute si registrano, come detto, in Liguria (più 1,2% per 2,1 miliardi), Piemonte (più 3,3% per 6,7 miliardi) e Campania (più 3,4% per 4,8 miliardi).
Guardando ai dati in valore assoluto, la Lombardia vale il 20% del mercato complessivo dei beni durevoli con un giro d’affari di 15,7 miliardi (più 3,8%), oltre il doppio rispetto a quelli del Lazio, secondo con 7,7 miliardi (più 4,2%), e del Veneto, terzo con 7,3 miliardi (più 5,1%).