Alla Wolfsoniana Genova Nervi dal 22 novembre al 4 maggio sarà visitabile la mostra “La Cristalleria Nason & Moretti – Il vetro da tavola dal Déco al Compasso d’Oro”, a cura di Cristina Beltrami, Matteo Fochessati e Anna Vyazemtseva.
La mostra racconta un quarantennio di produzione della Cristalleria Nason & Morettti, una delle più originali realtà muranesi che, sin dalla fondazione nel 1923 – con uno specifico indirizzo legato all’arte della tavola e un piglio radicalmente avveniristico – reinterpretò in chiave moderna le forme e le tecniche tradizionali del vetro muranese.
I servizi della Nason & Moretti conquistano sin dagli esordi un vasto pubblico – da qui la loro capillare diffusione oggi sul mercato antiquario – ma anche collezionisti sofisticati, come Gabriele D’Annunzio, che si assicurò alcuni servizi in vetro bicolore per il Vittoriale, o il notaio genovese Angelo Fasce, che inserì il servizio di bicchieri Francesca con bevante scanalato come corredo del tavolo L’Autarca, da lui brevettato nel 1936 con la definizione “Tavolo contenente tutto il necessario per il servizio dei pasti” e ora esposto alla Wolfsoniana.
Questo originale elemento di arredo e il suo corredo rappresentano il collegamento da cui scaturisce il progetto della mostra La Cristalleria Nason & Moretti, a cura di Cristina Beltrami, Matteo Fochessati e Anna Vyazemtseva, che attraverso una selezione di oltre un centinaio di oggetti, i disegni storici e di numerosi documenti d’archivio intende raccontare il gusto e le abitudini di un’epoca in cui trionfava la consuetudine sociale del ricevimento.
In un arco di tempo che va dall’affermazione del Déco negli anni Venti alla grande stagione creativa degli anni cinquanta, che per la Nason & Moretti coincide anche con il conferimento del Compasso d’Oro per la serie Lidia (1955), l’esposizione traccia alcune pagine del design italiano, inteso anche quale specchio di una società che necessitava di un servizio differente per ogni occasione.
Il dipanarsi della mostra diviene inevitabilmente anche il percorso di un gusto che dalla semplicità formale degli anni venti, che puntava sul gioco d’effetto degli abbinamenti cromatici a contrasto del vetro, passa nei due successivi decenni alla pulizia delle geometrie abbinate a un vetro trasparente dalle nuance indefinibili e quindi, negli anni cinquanta, alla collaborazione con design di fama internazionale, attestata dalla conservazione di alcuni servizi della Nason Moretti in importanti musei internazionali, tra i quali il MoMa di New York.
L’esposizione è accompagnata da un ampio apparato grafico proveniente dall’archivio storico NasonMoretti – cataloghi d’epoca, fotografie e i disegni – che cala ulteriormente gli oggetti nel loro contesto storico e culturale, svelando i meccanismi di produzione e promozione di una fornace storica.
Il catalogo (edito da Sagep, Genova) raccoglie un testo di Matteo Fochessati e Anna Vyazemtseva che contestualizza la produzione della Nason & Moretti all’interno dell’eclettica collezione del museo; a seguire Cristina Beltrami propone un approfondimento storico sulla Nason & Moretti e la sua importanza nel panorama del design internazionale. Spetta a Moon Cho, studiosa coreana di base a Parigi e che da anni ha consacrato il suo ambito di ricerca ai servizi da tavola, un affondo specifico sul servizio Francesca, mentre Alessandro Zannoni, archivista e docente di storia del design del prodotto presso lo Iuav di Venezia, ribadisce nel suo intervento l’importanza di un archivio aziendale che, nel caso del design, rappresenta un patrimonio storico, ma anche una potenziale ispirazione per i designer che si affacciano a una collaborazione con questa azienda che vanta oggi oltre 10.000 modelli e che non ha rivali a Venezia per la vastità della palette cromatica costruita nei decenni e frutto di ricette segrete.
In foto: Servizio Vittoriale in pasta vitrea nero e corallo, seconda metà anni venti, ©Studio Pointer