Sarà presentato venerdì 20 gennaio al senato il IV Rapporto annuale sul lavoro domestico a cura dell’Associazione Domina che fotografa la realtà e le tendenze del lavoro domestico in Italia.
L’indagine evidenzia come, nonostante l’emersione avviata nel 2020, il settore domestico è nettamente al comando della classifica dei settori per tasso di irregolarità (52,3%), contro una media nazionale del 12,0%. I lavoratori domestici totali sono circa 2 milioni, di cui meno della metà in regola.
Grazie all’analisi della banca dati fornita in esclusiva dall’Inps a Domina, è stato possibile analizzare in modo puntuale i dati sui datori di lavoro, che nel 2021 superano quota 1 milione (108 ogni 100 lavoratori). Nell’ultimo anno le famiglie italiane hanno speso oltre 15 miliardi di euro per il lavoro domestico: 8,1 miliardi per la componente regolare e 7 miliardi per quella irregolare. Numeri destinati a crescere, visto l’inverno demografico ormai inarrestabile che determina un aumento costante della popolazione anziana.
Per quanto riguarda la Liguria il rapporto segnala che il 4,4% della popolazione ligure è coinvolto dal lavoro domestico. Infatti, i lavoratori domestici regolarmente assunti nel 2021 dalle famiglie sono 32.299, valore in aumento rispetto al 2020 (+4,4%). In crescita anche le famiglie datrici di lavoro domestico (+3,7%).
Si registra un maggior numero di badanti (54,3%) rispetto alle colf (45,7%). Dal 2015 queste due tipologie di lavoratori stanno seguendo dei trend opposti: il numero delle badanti cresce con costanza, mentre le colf sono in continuo calo. La sanatoria ha incentivato la crescita delle colf, se nel 2019 erano 13 mila due anni dopo sono quasi 15 mila.
In totale, nel 2021, per la retribuzione dei lavoratori domestici le famiglie in Liguria hanno speso 284 milioni di euro (stipendio, contributi, TFR). Secondo il rapporto Domina il valore aggiunto prodotto da questa categoria vale circa 600 milioni di euro.
Per quanto riguarda le caratteristiche del lavoratore, le aree di maggiore provenienza sono l’Est Europa (29,5%), l’Italia (29,0%) e dell’America (28,2%). Il genere femminile è in netta prevalenza (86,7%). L’età media del lavoratore domestico è 49,1 anni e, per quanto riguarda le settimane lavorate, si registra la maggiore percentuale in chi non ha completato l’anno lavorativo (55,7%). Quasi 2 lavoratori su 10 operano in convivenza.
Genova è senza dubbio il centro principale: si concentrano il 62,1% delle colf e il 59,0% delle badanti presenti in regione. Anche in termini relativi il capoluogo registra valori più alti della media per quanto riguarda le colf (11,2 ogni 1.000 abitanti, contro una media regionale di 9,8), mentre per le badanti il picco si registra a La Spezia (13 ogni 100 anziani, media regionale: 11,1).
La Regione Liguria ha stanziato un fondo regionale per la non autosufficienza con il fine di sostenere le cure domiciliari di individui non autosufficienti. La Regione Liguria è capofila del progetto europeo Over to Over che prevede l’istituzione di un’agenzia pubblica che aiuti gli anziani che intendono continuare a vivere a casa propria, a vendere l’appartamento in nuda proprietà o frazionare l’immobile per pagare le spese per la loro assistenza.
Le prospettive demografiche indicano che nel 2050 in Liguria vi saranno 45 mila anziani in più (ultra-ottantenni) e 11 mila bambini in meno (0-14 anni), valori che suggeriscono un potenziale aumento della domanda di badanti: la componente anziana (15,1%) sarà più numerosa di quella infantile (11,3%).