Nuove infrastrutture, più spazi, più formazione professionale e meno burocrazia sono le leve su cui Genova deve agire per mantenere la sua leadership di polo per i servizi ai superyacht, un polo che costituisce un volano per l’economia del territorio grazie alla capacità di operare e trattare unità sempre più grandi, sopra i 50 e oltre i 75 metri di lunghezza. Con 341 milioni di euro di impatto economico generato lungo la filiera nel 2021 (-3,6% su 2020; -7,8% sul 2019), il comparto genovese della nautica professionale regge alla pandemia e alla nuova disciplina dei visti dei marittimi che hanno fatto diminuire traffici e permanenze ma occorre una collaborazione stretta tra imprese e istituzioni per fare fronte ai nuovi problemi e cogliere le sfide di un mercato che continua a crescere a livello globale. È quanto emerso dalla presentazione dello studio condotto per il terzo anno consecutivo da The European House-Ambrosetti, presentato oggi a palazzo San Giorgio, nell’ambito dell’assemblea di Genova for Yachting: “Genova e i Grandi Yacht: infrastrutture, formazione e burocrazia, le sfide da cogliere per sostenere l’eccellenza”.
Secondo i dati dello studio nel 2021 il comparto della nautica professionale genovese ha generato con la propria attività un impatto economico totale di 341 milioni di euro lungo tutta la filiera sul territorio, con un impatto occupazionale che sfiora i 2000 addetti. Numeri importanti per un settore di nicchia che contribuisce in modo significativo all’economia del porto e del territorio di Genova, ma che tuttavia evidenziano un trend in calo rispetto al 2019 (369 milioni -7,8%) e al 2020 (354 milioni di euro – 3,6%), generato principalmente dal minor numero di transiti e di permanenza dei super yacht a Genova nel corso del 2021. Nel 2021 1000 sono state le toccate di grandi yacht gestite dalle aziende di Genova for Yachting per un totale di circa 42 mila giornate di permanenza, in calo sul 2019 rispettivamente del 44% (1800 toccate) e del 9% (46 mila giornate permanenza).
Una diminuzione dovuta sia alla pandemia del Covid-19, sia a partire da ottobre 2021, alla limitazione della circolazione dei marittimi cittadini extra Ue, che a Genova hanno contribuito sensibilmente a diminuire il transito e le soste degli yacht fino a 75 metri di lunghezza, con evidenti conseguenze negative sull’indotto. «Questa normativa circolazione dei marittimi cittadini extra Ue – ha dichiarato Alberto Amico, presidente di Amico & Co e portavoce di Genova for Yachting – è un colpo tremendo di marketing negativo, di autolesionismo che conferma all’estero certi pregiudizi negativi verso l’Italia e dirotta parte della nostra clientela verso Paesi come Francia e Spagna, forti di una normativa più aderente alla realtà. Purtroppo c’è una difficoltà della politica a interagire con la burocrazia». Questo intoppo burocratico sta frenando lo sviluppo di un settore dinamico: se una quindicina di anni fa, ha spiegato Amico, di 100 navi in manutenzione a Genova 80 erano mercantili e 20 erano imbarcazioni da diporto, ora la proporzione si è capovolta, gli yacht sono il 70-80% del totale.
«L’episodio dei visti per i marittimi extra Ue che ha creato un vero danno all’Italia e a Genova per un osservatore estero è quasi incomprensibile – ha confermato Tomaso Moreno, ceo della Yachting Business Unit dei Fratelli Cosulich – e ancora oggi gli operatori concorrenti cercano di trarne un beneficio. Vista dall’estero Genova è senza dubbio la capitale dello yachting, le cui radici vengono da lontano e sono legate alla sua grande cultura e identità marittima. La sua capacità ricettiva per le grandi e mega imbarcazioni e la presenza di realtà leader nel settore dei servizi e della cantieristica, la professionalità della manodopera sono i suoi punti di forza riconosciuti nel panorama internazionale. Ma oggi il mercato dei superyacht è molto dinamico e la concorrenza è sempre più agguerrita. Non esistono più rendite di posizione. A Barcellona, a Palma di Mallorca, ma anche alla Ciotat e a Tarragona il privato e il pubblico continuano a realizzare nuovi investimenti, non solo strutturali, ma anche turistici, di servizi, di risorse umane, di strumenti finanziari e burocratici. Genova e la Liguria non possono stare a guardare, ma devono muoversi come sistema unico e unito per difendere la propria leadership». Circa l’evoluzione della complessa questione dei visti per i marittimi extra Ue, per la soluzione della quale l’associazione continua a dedicare molte risorse e impegno, Genoa for Yachting ha diffuso una nota: Questione Marittimi extraUE
Dai dati 2021 rilevati dallo studio emerge ancora che l’impatto economico generato dalla nautica professionale genovese è dovuto per oltre il 60% da attività di sosta, refit, manutenzione e servizi di imbarcazioni superiori ai 50 metri di lunghezza (ma con una sensibile punta nelle lunghezze over 75m), evidenziando come la dimensione degli yacht influenzi la capacità di generare indotto.
«Se i dati dello studio confermano l’importanza della nautica professionale e il suo valore in termini economici e occupazionali – ha dichiarato Cinzia Farinetti, vicepresidente di Genova for Yachting – la costante crescita della nostra associazione, che raggiunge oggi i 58 soci, ne testimonia le potenzialità che a Genova esprime un’eccellenza internazionale. Un’eccellenza e un comparto che vorremmo fossero riconosciuti anche nella stesura del prossimo Piano Regolatore Portuale con nuovi spazi e infrastrutture dedicati alla nautica dei grandi yacht, perché Genova possa cogliere le opportunità che l’evoluzione del mercato offre, con unità sempre più numerose, più grandi ed evolute tecnologicamente.”
Ai problemi burocratici si aggiunge la necessità di spazi e infrastrutture per il settore, che dovrà essere affrontata con una collaborazione tra isitutzioni e imprese dei diversi comparti. Secondo Amico «La potenzialità di crescita del comparto e i benefici per la città sono evidenti. A queste attività, che sono diventate uno dei cardini dello sviluppo del porto e della città, servono spazi e nuove infrastrutture, ormeggi e bacini ma anche officine con logistica adeguata. Le aziende sono pronte a fare la loro parte come sempre hanno fatto, ma servono scelte strategiche condivise con l’Autorità di Sistema Portuale e inserite in un territorio che consente, grazie ai nuovi progetti, di recuperare spazi, efficienza e condizioni di compatibilità tra le diverse attività: i concorrenti non aspettano”
Una delle sfide più importanti per il futuro del settore riguarda la carenza di risorse umane. Lo ha rimarcato ha dichiarato Attilio Bruno, delegato alla Formazione di Genova for Yachting. «Il fabbisogno professionale delle nostre aziende associate, mediamente pmi – ha precisato Bruno – non riesce a essere soddisfatto: mancano, nella misura del 77%, dirigenti tecnici e operai specializzati (elettricisti, carpentieri, falegnami, softweristi, meccanici). Pensiamo che le cause siano duplici e riguardino da un lato la scarsa cognizione, da parte dei giovani, di quanto il comparto della nautica dei grandi yacht possa essere attrattivo lavorativamente, mentre dall’altro sicuramente vi è l’esigenza di una struttura formativa che accompagni chi vuole entrare nel nostro mondo. Con queste premesse ci siamo posti l’obiettivo di creare una scuola del mare (NavLab), con percorsi ed esperienze specifiche. Un progetto che vorremmo condividere e mettere a sistema con le altre iniziative che caratterizzano l’economica del mare».
Nel corso del dibattito è tornato il tema della strada panoramica che dovrebbe attraversare l’area della riparazioni navali. L’idea è stata attribuita a Renzo Piano, che ha escluso di voler spostare o ridurre l’area di queste attività: «Il fascino di Genova – ha detto – sta nell’essere una città di ferro e di acqua, e il nostro non è un mare balneare, è un mare di lavoro». Anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, e il governatore ligure, Giovanni Toti, hanno escluso qualsiasi ipotesi di di riduzione dell’area dell’area delle riparazioni navali e di spostare i bacini. «Non sposteremo nessuno dei bacini – ha detto Bucci – che oltre tutto sono vincolati dalla Soprintendenza. Anzi, abbiamo intenzione di costruirne uno nuovo e grande, adeguato alle nuove esigenze a Sestri Ponente a fianco dell’area di Fincantieri. Non vogliamo diminuire gli spazi per queste attività ma aumentarli».
Toti ha precisato che «Bisogna mettersi tutti attorno a un tavolo per trovare una soluzione soddisfacente per tutti gli stakeholder e la città. Una volta l’architetto Piano ha definito le riparazioni navali un patrimonio della città dal punto di vista culturale, del sapere e delle professionalità che ci lavorano. Lui è il primo a volere valorizzare l’area. Serve uno sguardo lungo e non bisogna avere paura del futuro: ogni cambiamento è un’opportunità. La discussione in atto sul nuovo Piano Regolatore Portuale deve aiutare Genova e tutta la Liguria a valorizzare i nostri moli, le nostre banchine e le nostre aziende del settore aumentando la nostra capacità nautica e il benessere di tutto il territorio».