Il settore portuale alla Spezia occupa 2.898 lavoratori diretti e 5.100 nell’indotto generato da questo tipo di attività. È quanto emerge oggi dalla seconda giornata di Bilog, la biennale della logistica, in corso alla Spezia.
Il dato scaturisce dai risultati del censimento di 72 imprese portuali. Spedizionieri, agenti marittimi, doganalisti di Aspedo, riuniti da poco in Point-Sistema Spezia, hanno fornito dati per lo studio commissionato alla Scuola nazionale trasporti. Il totale del fatturato si aggira sui 700 milioni di euro, pari al 40% del fatturato provinciale sulla Blue Economy (circa un miliardo e 300 milioni di euro). I contratti a tempo indeterminato sono l’87%, il 66% dei lavoratori sono diplomati, il 34% ha meno di 40 anni. Genziana Giacomelli, direttore della Scuola nazionale trasporti evidenzia: «Nel 2018 ben 130 giovani usciti dalla Scuola Nazionale Trasporti sono stati assunti dalle aziende locali».
Carla Roncallo, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, evidenzia: «Sulle infrastrutture l’Adsp ha investito 5 milioni di euro, per rendere efficienti tutte le tipologie dei controlli che ora vengono effettuati in porto, velocizzando le pratiche e liberando spazi per merci e containers nelle aree a mare». Si tratta della realizzazione della viabilità di accesso, della palazzina degli uffici che accoglierà tutti gli attori del Centro Unico dei Servizi (dogana, guardia di finanza, sanità marittima, veterinario e fitopatologo, guardia forestale), delle aree coperte per i controlli, di moderne celle frigo e di uno scanner delle dogane di nuova generazione. «Stiamo procedendo velocemente per rendere il centro operativo entro il 14 dicembre – dice Roncallo – perché da quella data verrà recepita la norma 625 del 2017 che impone standard minimi per la conservazione delle merci deperibili e fresche. Il nostro nuovo Centro, oltre ad attuare quanto disposto dalla legge in materia di sportello unico doganale, sarà in linea con quanto stabilito da questa norma, grazie a una scelta lungimirante, partita ormai da qualche anno, che finalmente si concretizzerà nelle prossime settimane. Ringrazio l’Agenzia delle Dogane e tutti i soggetti pubblici deputati al controllo della merce, il Comune di Santo Stefano Magra e tutti gli operatori, che hanno colto con noi questa sfida».
Il sindaco di Santo Stefano Magra, Paola Sisti, sottolinea come, dagli anni Novanta, le amministrazioni abbiano creduto, ancora prima degli imprenditori, sulle potenzialità dell’area: «Il retroporto di Santo Stefano, deve essere un’opportunità e non un problema. Già oggi l’infrastruttura occupa 500 persone. Auspico che si possa trasformarla velocemente da retroporto a interporto, con un nome e un’identità ben precisa».