C’è chi non paga. Sono tanti. La Liguria si classifica ottava, secondo l’analisi di Crif Ratings sui bilanci italiani, nella classifica della mancata riscossione procapite della tassa sui rifiuti. Genova è al 36° posto in Italia per il mancato pagamento della tassa dei rifiuti. A dirlo è l’analisi di Crif Ratings condotta sui bilanci dei Comuni italiani, che ha analizzato i mancati incassi su base pro capite relativi al 2016, evidenziando le differenze emergenti a livello regionale, provinciale e di città metropolitane.
A Genova mancano all’appello 18 euro per cittadino e ben 51 se si considera Genova come Città metropolitana.
Confrontando le regioni italiane tra loro si nota come la Liguria si posizioni all’ottavo posto per la mancata riscossione pro capite della tassa sui rifiuti con una media di 22 euro. Al primo posto c’è il Lazio (con 121 euro e quasi il 51% degli importi accertati), al secondo la Sicilia (con una media di 77 euro su un accertato del 38%), al terzo la Campania con circa 63 euro.
Tra le regioni virtuose si trovano quelle a statuto speciale del Nord Italia (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Val d’Aosta), la Lombardia e il Veneto con mancati incassi pro capite inferiori a 10 euro (ovvero meno dell’4% sull’accertato).
Qui la notizia in cui il Comune di Genova istituisce la task force per il recupero delle morosità.
A livello nazionale, secondo il report di Crif Ratings, ogni anno manca all’appello il 20% dei corrispettivi dovuti, che tradotto in altre parole significa che una famiglia italiana su cinque non paga. L’ammanco ha raggiunto 1,8 miliardi di euro nel 2016 e si è attestato mediamente intorno a 1,7 miliardi annui nel triennio 2014-2016.
La Tari rappresenta in media circa il 30% del totale delle entrate tributarie e risulta essere il tributo che maggiormente si presta a non essere pagato dagli utenti data la natura “quasi universalistica” del servizio. Risulta difficile discriminare la raccolta per le utenze morose.
Sebbene la base del tributo sia legata al principio del “chi inquina paga” sancito dell’Unione Europea, il corrispettivo dovuto dall’utenza è legato esclusivamente a elementi che esulano dall’effettivo utilizzo del servizio (ovvero superficie dell’abitazione e numero componenti del nucleo familiare), e pertanto tende ad amplificare le esternalità negative di comportamenti spesso non etici. Inoltre, dal punto di vista finanziario, l’applicazione della logica del tributo fa restare in capo ai Comuni il rischio di mancata riscossione.