Dopo essersi appoggiato a quota 13-13,15%, l’indice di avversione al rischio ovvero di volatilità implicita (VIX) “a pronti” dell’indice azionario statunitense S&P 500 è risalito rapidamente oltre quota 17% martedì 29/5 (massimo intra-day a 18,78%). Se, da un lato, nelle ultime ore sono riapparse nuove preoccupazioni sul fronte dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina (nuovi dazi in vista?), dall’altro, come la settimana precedente, a tenere banco, non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti, sono state le tormentate e sempre più imprevedibili questioni politiche, istituzionali e finanziarie italiane.
Non andato, infatti, a buon fine il (primo?) tentativo del presidente del consiglio incaricato prof. Giuseppe Conte – sostenuto dalla coalizione delle due forze politiche uscite vincenti alle ultime elezioni politiche dello scorso 4 marzo, ovvero M5S e Lega – di dar vita a un “Governo del cambiamento”, a seguito del mancato consenso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul nome di Paolo Savona (economista sicuramente “euro-scettico” e, talvolta, anche “anti-euro”) come ministro dell’Economia. Lo stesso presidente Mattarella ha immediatamente incaricato il prof. Carlo Cottarelli (ex commissario alla spending review nominato, a suo tempo, dal Governo Renzi) della formazione di un “Governo neutrale”, con il compito, in caso di fiducia dal Parlamento, di attuare un programma di misure economiche e finanziarie predefinite (Legge di Bilancio 2019 e una serie di provvedimenti volti a evitare le clausole automatiche di salvaguardia con conseguente aumento delle aliquote Iva dal 1/1/2019) ed (eventualmente) porre le basi per l’approvazione di una nuova legge elettorale, in vista del ritorno alle urne entro autunno 2018 o primavera 2019 oppure, in caso di mancata fiducia, di gestire gli affari ordinari e traghettare il Paese a elezioni per fine luglio o inizio settembre.
I mercati finanziari, già innervositi da un programma di Governo contenente misure economiche e finanziarie (reddito di cittadinanza, flat-tax, riforma della Legge Fornero su età pensionabile e trattamenti pensionistici, revisione delle normativa europea dei dissesti bancari cosiddetta del bail-in e delle relative procedure risarcitorie ai risparmiatori colpiti dai crack parziali o totali dei titoli bancari subordinati, ecc.) giudicate non sostenibili e non conformi ai vincoli europei di bilancio, sono caduti in ambasce nella seduta di martedì 29: in asta di collocamento, i tassi dei Bot semestrali sono schizzati dal -0,417% di un mese fa a +1,213% e quelli dei titoli di Stato biennali oltre il 2% (con lo spread verso gli omologhi biennali tedeschi, gli Schatz, cresciuto a valori superiori a quelli del più seguito spread di rendimento sui decennali); il rendimento del Btp decennale ha chiuso al 3,328% (massimo intra-day 3,355%), con lo spread verso l’omologo tedesco arrivato a sfiorare i 320 punti base, poi rientrato in chiusura a 304,10.
La performance da inizio anno del principale indice azionario italiano, il Ftse Mib (che, dopo un minimo intra-day a 21.122, ha chiuso a 21.350, oltre 3.000 persi in due settimane!), già dimezzatasi la scorsa settimana, nelle due sole sedute di lunedì e martedì, con quasi 5 punti percentuali di calo, è diventata negativa, nonché la peggiore tra le borse della zona euro.
Con gli sguardi sgomenti degli operatori italiani ed esteri incessantemente puntati sulla “corrida” politico-istituzionale e su qualche dilettante nostrano allo sbaraglio – ma anche in seguito ad alcune dichiarazioni pubbliche di alcuni autorevoli esponenti europei “offensive” o “sopra le righe” e subito dopo prontamente rettificate o smentite – era praticamente dall’estate/autunno 2011 e dalla primavera/estate 2012 (con la crisi dei debiti sovrani periferici dell’Eurozona ovvero di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e, appunto, Italia) che lo spread non irrompeva con così tanto clamore sulle prime pagine dei media.
Nelle ultime ore, sembrano profilarsi due possibili scenari: il ritorno al voto “sotto l’ombrellone” ovvero domenica 29 luglio; l’avvio effettivo del Governo neutrale guidato da Cottarelli (con una lista di ministri scelti tra le migliori personalità (non politiche) del panorama economico, finanziario e giuridico italiano); la prosecuzione del Governo Gentiloni (tuttora in carica, proprio martedì 29 si è tenuto un consiglio dei ministri) per lo svolgimento degli affari ordinari fino a nuove elezioni in autunno, oppure la riapertura delle trattative per la formazione di un Governo M5S-Lega con un programma di governo e una compagine ministeriale meno avversa all’Unione Europea e meno invisa ai mercati finanziari .
Sui mercati valutari, martedì 29, il cambio dell’euro è rapidamente sceso sotto quota 1,16 a 1,1548 (minimo intra-day a 1,1511) verso il dollaro statunitense, non turbato più di tanto da una altrettanto sorprendente e rapida discesa sotto quota 109 a 108,65 (minimo intra-day 108,44) della divisa statunitense contro lo yen. Ulteriore direzionalità potrebbe arrivare questa settimana dai nuovi dati annualizzati del pil statunitense del I trimestre (mercoledì), dagli indici di disoccupazione tedesco e di inflazione italiano (giovedì), dall’indice anticipatore ISM del comparto manifatturiero statunitense, dal tasso di disoccupazione e dal numero dei nuovi posti di lavoro creati dal comparto non agricolo negli Stati Uniti in maggio, dall’indice anticipatore PMI del comparto manifatturiero e dall’indice di fiducia dei consumatori dell’Eurozona (venerdì).
La nostra Strategia di allocazione del portafoglio
Riteniamo che i solidi fondamentali economici in tutte le principali aree geografiche possano continuare a supportare la crescita globale e, conseguentemente, i mercati azionari durante il 2018.
Sul comparto azionario, manteniamo, tuttavia, una “neutralità”, tenuto conto delle possibili ricorrenti incursioni della volatilità nel breve periodo (correlata a eventuali nuove tensioni sui fronti geo-politico o del commercio internazionale, a cui si sono più recentemente aggiunte le incertezze politico-istituzionali italiane).
Sul comparto obbligazionario, poiché i tassi d’interesse, ormai entrati nella fase da tempo annunciata dalle banche centrali di graduale normalizzazione delle politiche monetarie, tenderanno a salire, seppur con gradualità, suggeriamo un approccio cauto, basato su scadenze brevi, gestione flessibile della duration e rigorosa selezione qualitativa degli emittenti e dei settori.