La giunta del Comune di Genova ha approvato il nuovo regolamento, atteso da tempo, per l’esercizio dell’attività di estetista.
Il precedente regolamento risaliva al 2001 e non teneva conto dei cambiamenti e dell’evoluzione che hanno interessato il settore negli ultimi anni. «È fondamentale per noi che le norme che regolano il settore siano aggiornate – ha spiegato Barbara Banchero, segretario di Cna Genova – Soprattutto sul tema dell’abusivismo occorre segnalare che vi è ancora poca consapevolezza da parte dei consumatori che si affidano agli abusivi, del rischio che corrono in termini di danno per la propria salute e per l’ambiente circostante, poiché si affidano a operatori non qualificati che non rispettano requisiti igienico sanitari e non sono in grado di offrire garanzie sotto il profilo dei prodotti e delle attrezzature utilizzate».
La professione di estetista è disciplinata dalla legge 1/90. L’abilitazione può essere conseguita dopo l’espletamento dell’obbligo scolastico mediante il superamento di un esame preceduto da un corso biennale di qualificazione professionale a cui segue un terzo anno di specializzazione o in alternativa un anno di lavoro. La legge consente un ulteriore percorso di ottenimento del titolo, tramite un corso di 300 ore se si ha alle spalle un periodo di almeno 3 anni di lavoro a tempo pieno (o periodo di apprendistato).
Tale abilitazione professionale consente di aprire un’attività nel settore o di lavorare come responsabile tecnico presso un centro. Il Regolamento comunale si applica, oltre ai centri estetici, anche a tutte le attività dove si svolge la professione di estetista, come alberghi e spa.
«Ci auguriamo che l’adozione del nuovo regolamento comunale costituisca uno strumento in grado di agevolare l’attività delle imprese esistenti con nuove opportunità di lavoro e collaborazione tra professionisti del settore, avendo un ulteriore strumento di supporto per le imprese che lavorano in regola, alla luce del sole, e allo stesso tempo permetta di affrontare il tema dell’abusivismo e dei controlli verso chi non è regolare», commenta Banchero.