Parte domani il secondo atto dell‘aumento di capitale di Banca Carige, con l’asta dei diritti inoptati, in cui si verificheranno le intenzioni di Malacalza Investimenti, diVolpi e dei nuovi potenziali investitori chiamati a coprire il resto della ricapitalizzazione.
Sul mercato dal 15 dicembre e per 5 sedute andranno 278,4 milioni di diritti di opzione che consentono di sottoscrivere 16,7 miliardi di nuove azioni Carige , pari al 33,5% dell’aumento di capitale da 500 milioni lanciato a fine novembre.
L’intero pacchetto ha un controvalore di 167 milioni di euro e sommato a quanto già sottoscritto (377 milioni) porterebbe l’ammontare totale dell’operazione a 544 milioni di euro.
Le condizioni di sottoscrizione rimangono quelle dell’aumento di capitale, cioè 0,01 euro per ogni nuova azione nel rapporto di 60 nuovi titoli per ogni diritto posseduto. Nel caso in cui l’asta dell’inoptato non andasse a buon fine, interverrà Malacalza Investimenti, già titolare del 17,6% e autorizzato dalla Bce a salire fino al 28% del capitale di Carige , investendo massimi 69 milioni di euro.
Altri quattro investitori si sono dichiarati interessati a coprire 120 milioni di euro circa: 40 milioni arriveranno da Chenavari Investment Managers, 30 milioni dal Credito Fondiario, 30 milioni da Sga e 20 milioni circa da Gabriele Volpi che salirebbe così dal 6% fino al 9,9% del capitale della banca. L’ultimo livello di garanzia è costituito dal consorzio delle banche in parallelo con due investitori istituzionali che entrerebbero nel capitale di Carige , mettendo sul piatto complessivamente 35 milioni.