Crescita del margine operativo lordo annuo (+9,9%), marcata riduzione degli oneri di gestione con risparmi per 80,4 milioni (-13,2%), risultato consolidato netto di pertinenza della capogruppo -297,3 milioni dopo aver contabilizzato rettifiche di valore su crediti per 467,9 milioni iniziative strategiche. Sono dati dei risultati preliminari consolidati del 2016 approvati oggi dal cda di Banca Carige, che sta aggiornando il piano strategico con approvazione prevista il prossimo 28 febbraio.
Nel corso dell’ultimo trimestre dell’esercizio il gruppo ha attivamente perseguito la realizzazione del piano strategico approvato lo scorso 29 giugno, focalizzandosi, in particolare, su azioni funzionali alla riduzione dei costi operativi e sulla analisi preliminare del portafoglio di crediti deteriorati in vista delle previste iniziative di deconsolidamento.
Il margine operativo lordo, espressione del risultato della gestione operativa del gruppo, nell’anno è aumentato del 9,9% grazie alla attivazione delle programmate iniziative di efficientamento delle spese amministrative e alla realizzazione delle attività di contenimento delle spese per il personale. In relazione alle significative svalutazioni su crediti effettuate nel primo semestre e alla contabilizzazione di oneri sistemici e fiscali sulle Dta, il conto economico dell’esercizio 2016 chiude con un risultato netto negativo pari a 297,3 milioni.
Nel dettaglio, il margine di interesse (299,4 milioni) mostra una flessione del 9,5% rispetto all’esercizio 2015, influenzato dal persistente contesto di tassi di mercato in continuo calo e dalla contrazione dei volumi intermediati, solo parzialmente compensati dalla diminuzione del costo medio della raccolta. La contrazione dell’intermediazione ed il contesto di mercato determinano anche la flessione delle commissioni nette (241,1 milioni; -8,6%). La finanza contribuisce con un utile (75,0 milioni) inferiore rispetto all’esercizio scorso (-14,4%), che includeva maggiori componenti non ricorrenti derivanti dalla cessione della partecipazione in ICBPI (29,4 milioni lordi; 12,1 milioni i proventi realizzati nel 2016 dalla cessione delle
quote detenute in CartaSì e Visa Europe).
Le azioni di contenimento dei costi si sono tradotte in una riduzione annua del 13,2% degli oneri di gestione (530,3 milioni): le azioni più incisive hanno interessato le spese amministrative core (183,1 milioni; -11,5%) e le spese del personale (296,1 milioni), che si riducono del 16,4% anche per la contabilizzazione di componenti non ricorrenti, al netto delle quali la riduzione è comunque del 5,2%. Il rapporto cost/income scende all’81,0% dall’84,4% dell’esercizio precedente.
Le rettifiche su crediti per cassa a clientela sono pari a 470,4 milioni (319,3 milioni nel 2015), anche per effetto dell’ampia verifica condotta da BCE nel primo semestre sulle posizioni in essere a fine 2015, determinando un significativo aumento del coverage del credito deteriorato.
Il risultato negativo netto include, tra le altre poste significative, la contabilizzazione di accantonamenti ai fondi rischi e oneri per 21,2 milioni, rettifiche di valore su avviamenti per 19,9 milioni e 70,0 milioni lordi (50,5 netti) tra canone DTA (27,7 milioni lordi), tributi ed altri oneri di sistema (contributi ordinari e straordinari al fondo di risoluzione per 26,5 milioni lordi e al fondo di garanzia dei depositi per 9,1 milioni; rettifiche di valore riguardanti Atlante e lo schema volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi
per 6,7 milioni).
In corso d’anno, dopo aver registrato un importante deflusso nel primo trimestre anche in relazione a dinamiche di natura sistemica, la raccolta diretta da clientela privata e imprese si è portata a 15,8 miliardi al 31 dicembre 2016 (18,1 miliardi al 31/12/2015 e 16,4 miliardi al 31/3/2016 e al 30/9/2016). L’aggregato complessivo della raccolta diretta si attesta a 19,6 miliardi al 31 dicembre 2016 (23,5 miliardi a fine 2015). La raccolta indiretta beneficia degli investimenti di raccolta diretta in prodotti del risparmio gestito, nell’ultimo trimestre è risalita a 21,5 miliardi (21,2 miliardi a settembre 2016 e 21,9 miliardi a dicembre 2015), in relazione al trend positivo dei prodotti di bancassurance (+8,3% annuo; +3,4% nell’ultimo trimestre).
Sul lato credito, l’esercizio è stato caratterizzato da deleveraging degli impieghi a clientela, passati da 22,8 miliardi a 21,1 miliardi, mentre la riduzione della componente institutional (da 1,7 miliardi a 0,6 miliardi) è spiegata dalla contrazione dei PCT attivi, a ridotta remunerazione.
Il portafoglio titoli governativi (2,0 miliardi) mantiene un basso profilo di rischio in termini di dimensione (83,8% dei fondi propri contro una media di Sistema del 164,9%) e di duration (3,2 anni). Escludendo la partecipazione detenuta in Banca d’Italia, il 97,2% del portafoglio è costituito da titoli governativi italiani.
Gli indicatori di solidità patrimoniale risentono delle componenti negative derivanti dalle maggiori svalutazioni operate sui crediti e dal sostenimento degli oneri sistemici: Cet1 Ratio Phased-in: 11,3%; Tcr Ratio Phased-in: 13,8%; Leverage Ratio Phased-in: 7,9%.
Nonostante le tensioni registrate sul mercato della raccolta e le rilevanti scadenze obbligazionarie rimborsate nell’anno – complessivamente pari a 2 miliardi – il profilo di liquidità si mantiene su livelli adeguati, con l’indicatore Lcr pari al 124% al 31 dicembre 2016, ampiamente superiore al target Srep del 90%.
Il portafoglio crediti deteriorati ha registrato un incremento di 510 milioni circa, attestandosi a 7,3 miliardi al lordo dei fondi svalutativi; in termini netti il portafoglio è rimasto sostanzialmente invariato intorno ai 4 miliardi (3,9 miliardi a fine 2015) in relazione all’aumento delle rettifiche su crediti (+397,3 milioni), che includono le risultanze della verifica condotta da BCE nella prima parte del 2016.
L’incremento del coverage degli npl dal 42,9% al 45,4% si rileva anche sul portafoglio sofferenze, con un livello di copertura tra i più elevati: 63,0% (60,4% a fine 2015) rispetto alla media di sistema del 59%; livelli elevati e crescenti anche per i coverage delle inadempienze probabili e delle esposizioni scadute, rispettivamente pari a 27,5% e 16,4% (25,3% e 14,9% a dicembre 2015).
Nell’ultimo trimestre il gruppo ha lavorato alla strutturazione di una operazione di cartolarizzazione di sofferenze, in esecuzione del Piano Strategico 2016-2020, oltre a
focalizzarsi sulla ricerca di una maggiore efficienza. Tra le iniziative di maggior portata, il passaggio del sistema di elaborazione e dei database di gruppo ai datacenter della società.