Con la firma del protocollo d’intesa tra Regione Liguria, ministero dei Beni culturali e ambientali, Parco nazionale delle Cinque Terre e i 9 Comuni interessati, parte il piano di gestione del Unesco Porto Venere, Cinque Terre e isole Palmaria, Tino e Tinetto. «Una firma che segna innanzitutto un cambiamento di metodo – commenta il sottosegretario ai Beni e attività culturali Ilaria Borletti Buitoni, presente oggi nella sede della Regione Liguria, a Genova – perché tutti i soggetti interessati collaborano insieme nella gestione del territorio. Un territorio fragile, che ha bisogno di sostegno, anche per questo è evidente che i fondi a questo scopo dovranno essere trovati. È nella consapevolezza di tutte le istituzioni che oggi siglano questo accordo».
Per la prima volta da quando l’area è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità e inserita sotto la tutela dell’Unesco, nel 1997, si è ritenuto opportuno estendere il piano di gestione anche ai nove Comuni del territorio, per promuovere in modo più ampio il valore eccezionale del sito. Oltre a Porto Venere, si tratta di Levanto, Monterosso, Pignone, Riomaggiore, La Spezia, Vernazza, Beverino, Riccò del Golfo. «Un accordo operativo e tecnico tra enti gestori e fondamentale e prodromico a una serie di opere che vanno fatte in quell’area, a partire dal ripristino della Via dell’Amore, ma non solo», commenta il presidente Giovanni Toti.
L’accordo prevede che i soggetti si impegnino ad attuare in maniera coordinata tutte le attività, specifiche e comuni, indispensabili per raggiungere la finalità dell’accordo: la tutela e la valorizzazione dell’area. «L’approvazione dell’accordo – spiega l’assessore all’Urbanistica Marco Scajola – rappresenta un aggiornamento e un passo in avanti rispetto alla precedente intesa, in quanto si superano i due ambiti originari, quello delle Cinque Terre e del Comune di Porto Venere, ampliando l’area interessata dalla gestione e coinvolgendo più Comuni, attraverso la creazione di un gruppo di lavoro tecnico che sarà in grado di assicurare la tutela del sito attraverso il recupero di fondi comunitari per il periodo 2014-2020». Sull’utilizzo dei fondi, «il dialogo con il governo è aperto, sia per l’utilizzo dei fondi Fsc, sia di quelli del ministero dell’Ambiente, i fondi regionali, ma, perché no, anche fondi dei privati, come già avviene per la Palmaria, attraverso dei project compatibili con l’ecosistema di questi territori», aggiunge Toti.
Sarà l’Ufficio Unesco costituito dal Parco Nazionale delle Cinque Terre e dal Parco regionale di Porto Venere a monitorare tutte le azioni per la valorizzazione dell’area, in accordo con il Centro del patrimonio mondiale. E proprio tra le azioni di valorizzazione, una delle priorità è «il sostegno all’agricoltura – spiega Vittorio Alessandro, presidente dell’ente Parco – e il percorso di unificazione tra turismo e agricoltura. Quello che speriamo di conseguire è la qualità dell’offerta ai turisti anche in termini di prodotti del territorio».