Come per i rifiuti anche nel caso del servizio idrico integrato, l’analisi delle tariffe applicate a famiglie e imprese svolta per conto di Unioncamere Liguria su un campione di Comuni liguri rappresentativo di oltre 1,3 milioni di abitanti, mostra una discreta variabilità della spesa in Liguria: sul fronte delle imprese, a seconda della localizzazione e a parità di altre condizioni, un albergo può pagare fino a 5 volte di più, un ristorante fino a 4, un parrucchiere fino a 3. Bisogna anche considerare che l’assetto istituzionale del settore idrico ha subìto in Italia una profonda modifica con l’attribuzione del ruolo di regolatore nazionale all’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico.
La spesa sostenuta dalle famiglie mostra una più contenuta dispersione con un rapporto tra massimo e minimo della spesa che non supera 3 volte nei 3 profili selezionati.
Dal punto di vista territoriale la regione è spaccata in due: le province di Genova e La Spezia registrano livelli di spesa sostanzialmente allineati alla media italiana, mentre Savona e Imperia si posizionano ben al di sotto del dato medio nazionale: queste differenze sono interamente riconducibili al diverso regime tariffario applicato prima dell’approvazione del Metodo tariffario idrico (dicembre 2013).
Per il 2014 le informazioni disponibili riguardano esclusivamente l’Ato Genova e l’Ato La Spezia, che hanno deliberato rispettivamente un aumento del 6,5% e del 6,7% rispetto al 2013.
Un albergo che consuma 8 mila mc l’anno alla Spezia ha una spesa di poco inferiore ai 35 mila euro l’anno, a Genova poco più di 30 mila, a Imperia non arriva a 20 mila e nel savonese spesso non supera i 10 mila euro.
Un parrucchiere che consuma 400 mc all’anno spende 1.200 euro in provincia di Genova, quasi mille nello spezzino, intorno ai 600 euro nell’imperiese e circa 400 nel savonese.
A integrazione dell’analisi sulla spesa è stato esaminato l’importante tema della qualità del servizio che mette in luce forti criticità a livello nazionale: aspetti indagati riguardano la qualità tecnica, ovvero il livello delle perdite di rete e la quota di popolazione allacciata alla depurazione, e la qualità commerciale, che attiene agli aspetti del servizio, quali i tempi di attesa per le diverse attività richieste (allacciamento, intervento, risposta ai reclami). La provincia di Imperia è giudicata in modo pessimo (unica in tutto il Nord Italia) dove pesano sia le elevate perdite di rete, sia l’assenza dell’impianto di depurazione, ma anche una scarsa qualità commerciale.