La Liguria è tra le tre regioni con minor incremento di casi di covid-19 al 16 aprile rispetto al 9 aprile 2020: +9,8%. Dietro di lei solo Basilicata (+2%) e Umbria (+4,2%). I maggiori incrementi invece si registrano in Sardegna (+25,6%), Toscana (+24,2%) e Piemonte (+23,6%). Lo riporta il report dell’Istituto Superiore di Sanità. Questo sistema è comunque sempre dipendente dal numero di tamponi effettuati.
Grazie a youtrend sappiamo ora quante persone sono state davvero testate e quanti tamponi sono fatti su persone già testate. In Liguria il 33,4% dei tamponi è stato effettuato su persone già testate almeno una volta (siamo a conoscenza del fatto che per essere dichiarati non contagiosi occorre superare due tamponi negativi consecutivi). I 33007 tamponi fatti in Liguria si riferiscono a 21979 casi testati, ossia 142 ogni 10 mila abitanti. Un dato particolarmente basso vista la situazione di morti e contagiati in Liguria: il Veneto per esempio guida la classifica con 334 ogni 10 mila abitanti, seguito dalla Valle d’Aosta con 311 e dalla Provincia Autonoma di Trento con 321, due regioni che hanno parecchi problemi come si può vedere dai dati sull’incidenza cumulativa.
Incidenza cumulativa
Metodo usato in epidemiologia. Misura il numero di casi totali segnalati in rapporto alla popolazione residente.
A livello di incidenza cumulativa ogni 100 mila abitanti sono 207,27 i casi di covid-19 diagnosticati dai laboratori di riferimento regionale in Liguria. Per fare un confronto la Provincia Autonoma di Trento e la Valle d’Aosta sono addirittura a 718,72 e 795,76. La Lombardia è a 627,18, il Piemonte a 351,69, il Veneto a 305,7. Le Marche sono a 361,31.
A livello assoluto i casi diagnosticati in Liguria dai laboratori di riferimento regionale sono stati 3183, il 2% del totale italiano (esattamente e metà classifica). Si tratta però di dati lievemente diversi rispetto a quelli comunicati quotidianamente dalla protezione civile, perché prendono in considerazione appunto solo i laboratori di riferimento regionale.