No alla decrescita, no al pauperismo, no al blocco delle grandi opere che collegano l’Italia con l’Europa. Questa mattina a Genova, nel corso dell’assemblea pubblica di Confindustria, imprenditori e amministratori del Nord Ovest si sono trovati d’accordo nel bocciare il governo giallo-verde, a sei mesi dal suo insediamento, e in particolare la linea politica di M5S.
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, parlando con i giornalisti e poi nel suo intervento ha criticato radicalmente la manovra economica finanziaria del governo: «Bisogna lavorare sulla crescita – ha spiegato – e proprio questo è uno dei punti deboli della manovra. Si continua a dibattere su qualche decimale per far recepire la manovra all’Europa, ma noi stiamo dicendo che il problema non è di quanto la manovra sfori, ma di quanto impatta sulla crescita, sull’occupazione, sullo spread e sugli investimenti pubblici e privati. Questa è la sfida dell’Italia e su questo non vediamo ancora elementi sostanziali, anzi vediamo dei depotenziamenti. Quando si depotenziano strumenti come Industria 4.0, quando si dimezza il credito di imposta-ricerca &investimenti, quando si mettono in discussione opere pubbliche a partire dai cantieri, non vediamo segnali che vanno verso la crescita. L’impatto di questa manovra sull’economia reale, a nostro avviso, è ancora debole».
Boccia ha sottolineato le “criticità” del provvedimento sul reddito di cittadinanza ed è intervenuto sulla questione della Torino-Lione: «Genova è un ponte verso la Francia, la Torino-Lione rende competitive le nostre imprese in chiave europea e fa sì che i corridoi passino attraverso il Paese e non escludano l’Italia da una dimensione europea. C’è una questione industriale che a nostro avviso deve essere centrale nel Paese. I cinesi attraversano le rotte della seta, guarda caso quindi attraverso le infrastrutture, vogliono arrivare al cuore dell’Europa, il mercato più ricco del mondo. Gli americani con i dazi vogliono difendere la loro industria, abbassano le tasse alle imprese, e noi dibattiamo addirittura sulle chiusure dei cantieri, nemmeno dei progetti. E poi vorremmo la crescita. Non riesco a capire come si possa avere la crescita chiudendo i cantieri o mettendo in discussione opere che sono già oggetto di cantierabilità. Il punto di caduta è quale visione abbiamo dell’Italia».
L’assemblea genovese, che si è tenuta nello stabilimento di Ansaldo Energia di Cornigliano, era intitolata “Alleati- Imprese e istituzioni per il benessere del nostro territorio” e come sottotitolo aveva: “Il Nordovest è una delle aree più sviluppate d’Europa, ma ha bisogno di essere connessa al mondo attraverso un sistema infrastrutturale efficiente per poter esprimere al meglio le sue potenzialità”. Su questa premessa si sono trovati tutti d’accordo.
La necessità di non perdere altro tempo nella realizzazione delle grandi opere è stato il leitmotiv della mattinata.
Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, ha fatto notare che «si è avuta una riduzione degli investimenti del 34 % in dieci anni. Dieci anni fa investivamo il 3,2% del pil in infrastrutture, oggi siamo solo al 2%. È importante costituire una grandissima alleanza pubblico-privato dove i privati possono esprimere le loro esigenze, spiegare cosa serve alle imprese e ai territori e insieme alla politica costruire gli strumenti necessari per lo sviluppo. E bisogna che le Regioni insieme vadano a intercettare una serie di fondi pubblici europei, se abbiamo poche risorse pubbliche andiamo a cercare quelle europee».
Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha definito le linee Torino-Lione e Milano-Genova tratti di due arterie fondamentali indispensabili «per ribaltare il paradosso per cui i più grandi porti italiani sono quelli di Rotterdam e di Anversa».
«Non capisco – ha aggiunto Chiamparino – «che analisi costi-benefici ci sia da fare. Non bisogna confondere le opere utili con quelle strategiche. Per le opere utili costi e benefici sono immediati ed evidenti. I benefici di un’opera strategica invece si vedono nel lungo termine e dipendono dal fatto che riescano o no a cambiare le dinamiche del mercato. Oggi fra Italia e Francia il traffico è al 93% su gomma e al 7% su rotaia. La scommessa è che la Torino-Lione cambi questo rapporto. E chi è uno statista e non un propagandista fa le scommesse e le vince». Ma «l’unico punto in comune tra Lega e 5 Stelle è che entrambi concepiscono il governo come una prosecuzione della compagnia elettorale. Una campagna elettorale con altri mezzi, in cui non si fanno progetti da statisti, ma si piantano solo bandierine. Su questo sono uguali».
Il governatore piemontese ha poi ricordato che Torino è stata sede di grandi eventi come le Olimpiadi senza che sia stata emessa nessuna condanna per corruzione. «Sono orgoglioso – ha detto – di avere fatto il sindaco in una città in cui si sono spesi cinque miliardi di euro in lavori e non c’è stato nessun condannato neppure per un euro. Non è vero – ha aggiunto tra gli applausi – che non si possono fare grandi opere senza corruzione. Smettiamola con questa favola».
Il presidente della Regione Piemonte ha proposto a Liguria e Lombardia di costituire una struttura di governance “leggera e non amministrativa”, eventualmente composta da assessori delle tre Regioni, che lavori a piani strategici integrati e li presenti all’Unione europea e al governo nazionale. Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, non ha potuto partecipare all’evento, il governatore ligure Giovanni Toti, presente, si è dichiarato d’accordo su una “cabina di regia snella” e ha espresso dubbi sulla tenuta del governo. La Lega – ha spiegato – per formare il governo ha dovuto fare sacrifici dolorosi per i suoi elettori e non so quanto questo governo potrà durare ancora. Io non credo alla tecnocrazia – ha aggiunto – sono convinto che compito della politica sia fare sintesi tra le varie istanze espresse dalle componenti sociali. Ma in questo governo il lavoro di sintesi non sta funzionando. L’essenza della politica è prendere decisioni, non lo studio dei dossier. Va però ricordato che se M5S e Lega secondo i sondaggi sono ognuno sul 30% dei consensi vuol dire che hanno sottolineato problemi che noi abbiamo sottovalutato».