Fulvia Veirana, della segretaria generale di Fp Cgil Liguria, commenta per Liguria Business Journal l’articolo di Giulio Dapelo, consulente del lavoro, “Ponte Morandi: tre leve su cui agire per la ripresa”, pubblicato mercoledì 22 agosto sul nostro giornale.
Ho letto con interesse l’articolo pubblicato da Bj sulle possibili soluzioni per tamponare l’emergenza causata dalla catastrofe del ponte Morandi. Dopo i primi momenti di incredulità, tutti noi ci siamo interrogati su come aiutare una ripresa della normalità difficile da recuperare. Quello che abbiamo fatto da subito è stato di adoperarci per un sostegno psicologico per gli operatori impegnati nei soccorsi: in analogia al servizio immediatamente attivato dalla Asl genovese, che ha messo a disposizione della cittadinanza operatori specializzati, come sindacato ci siamo attivati per un primo servizio di risposta ai bisogni di decompressione emotiva prevalentemente rivolto agli operatori della polizia municipale e dei vigili del fuoco.
In seconda battuta, e in analogia a quanto proposto dall’articolo di Bj abbiamo inviato a tutte le istituzioni, a partire dal prefetto una lettera con la quale ci siamo resi disponibili a interloquire con le istituzioni sulle questioni organizzative, in particolare sugli orari di lavoro. Il problema degli spostamenti infatti riguarda molti dipendenti pubblici che noi rappresentiamo e che passata la fase emergenziale, che purtroppo non sarà breve, dovranno continuare a erogare i servizi pubblici ai cittadini.
Come sindacato ci siamo resi conto che gli usuali strumenti di flessibilità oraria previsti dai contratti non saranno probabilmente sufficienti a dare una risposta efficace e non penalizzante a lavoratori e utenti dei servizi che si devono spostare fra il ponente ed il levante della città. È per questo che, anche in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico che aumenterà i volumi di traffico, abbiamo pensato di poter utilizzare, laddove possibile, soluzioni flessibili come il tele-lavoro o altre forme di lavoro da casa. È certamente difficile organizzare la macchina pubblica, ma tenendo fermi certi punti come i presidi sanitari o altri servizi che devono essere erogati a prescindere dalle condizioni della viabilità, ci sono senz’altro altri servizi o attività degli uffici che possono essere riviste. Per esempio, chi si occupa di contabilità per un ente pubblico o di fondi europei può anche riuscire a lavorare da casa o a modificare l’orario in modo da non impattare in una viabilità cittadina già compromessa.
Ecco perché abbiamo chiesto alle istituzioni di valutare insieme al sindacato le necessarie indicazioni su misure straordinarie, coordinando tutti gli enti che forniscono servizi ai cittadini nella nostra Regione e, in particolare, nell’area metropolitana genovese.