Diminuire i posti letto aumentando contemporaneamente i ricoveri, tagliare 10 ambulatori facendo impennare verso l’alto le prestazioni. Tutto possibile grazie all’ottimizzazione dei processi di lavoro (non sarà più necessario per gli infermieri prendere l’autobus per spostarsi da un ambulatorio all’altro!) e all’innovazione tecnologica. Con l’evento pubblico “Il Nuovo Galliera per la città“, la direzione dell’ospedale e della Fondazione mette la parola fine al valzer di numeri e di interpretazioni che hanno inquinato un dibattito davvero troppo lungo intorno alla costruzione di ciò che dovrebbe essere auspicato da tutti: una struttura che consenta alle qualificate professionalità del Galliera di curare al meglio il paziente rispettandone anche la dignità e la privacy. Non è un caso che Sonia Viale, l’assessore regionale alla Sanità, per la prima volta cambi il solito tono di voce, quando Bj Liguria le chiede come mai ci sia ancora qualcuno contrario a questo progetto e incalzi: «Ditemi un numero, tanti quanti? Io faccio riferimento alle migliaia di persone che al pronto soccorso e ai reparti vengono annualmente assistite, ma soffrono per l’impianto strutturale, non possiamo prescindere da questo».
Chiunque abbia frequentato la vecchia struttura sia da paziente, sia al seguito di chi era ricoverato, non può riconoscerne l’insostenibile vetustà, con camerette strette da quattro posti letto divise solo da separé rispetto al resto della “navata”, con soffitti altissimi, pochi servizi igienici e, spesso, neanche una poltrona per chi veglia il proprio caro la notte.
Non è un caso che il compito di presentare il progetto sia stato affidato a Giuseppe Zampini, vicepresidente della Fondazione, che ha rintuzzato gli attacchi arrivati principalmente da Luca Pirondini del Movimento Cinque Stelle. Con il piglio da ingegnere qual è, Zampini ha mostrato i numeri e ha preteso che si discutesse solo partendo da quelli. Il riferimento è anche all’errata interpretazione, da parte di qualcuno contrario al progetto e riportato da qualche testata locale, di una stima fatta dal progettista dell’idraulica sui posti letto (277) e di cui vi rimandiamo in fondo all’articolo nel caso vi interessi saperlo. Il dato di fatto è che i posti letto saranno 404.
Il Galliera oggi (dati 2016)
431 posti letto, 1808 dipendenti, 50.589 accessi al pronto soccorso, 23.534 pazienti ricoverati, 1,4 milioni di prestazioni per esterni, 1,3 milioni di prestazioni per pazienti interni, 6.790 casi chirurgici trattati, 1.068 nascite, 175 pubblicazioni scientifiche. 4,3 i milioni di finanziamenti per la ricerca, principalmente concentrati in geriatria e oncologia. 70 le strutture polispecialistiche, 8 centri di riferimento regionale, 1 rsa da 72 posti letto, sede del registro italiano donatori di midollo osseo, ospedale Unicef amico dei bambini.
27 posti letto in meno rispetto a quelli attuali, ma grazie al miglioramento tecnologico, assicura il direttore sanitario Giuliano Lo Pinto, «saranno ospitati più pazienti nel corso dell’anno, perché si ridurranno i giorni medi di ricovero». L’immagine delle barelle al pronto soccorso, con i pazienti in attesa che si liberi un letto, dovrebbe restare quindi solo un ricordo, secondo gli studi fatti dalla direzione; sicuramente peggio di così (e non vale solo per il Galliera) sarebbe difficile fare. Anche gli ambulatori, pur diminuendo, saranno concentrati in un unico luogo e saranno aperti più a lungo, sino alle 17.
«Una vita umana vale più di un albero»
Gli obiettivi dichiarati dall’ospedale: mantenere il ruolo di ospedale di rilievo nazionale ad alta specializzazione chirurgica, completare il nuovo modello organizzativo per la gestione delle patologie dell’invecchiamento e delle fragilità, («non significa diventare una casa di riposo», puntualizza Zampini), acquisendo la denominazione di Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui la Regione si sta occupando per supportare le procedure necessarie a livello ministeriale), completare il ricorso alle nuove tecnologie, a supporto del nuovo Galliera. Per tutto questo c’è bisogno di un nuovo contenitore, «all’altezza di chi opera e del paziente – sottolinea Zampini, che aggiunge – diventa difficile parlare di speculazione ambientale su un progetto focalizzato sull’aiuto alle persone». Anche il sindaco Marco Bucci perora la causa confessando che due anni fa è stato «ricoverato in condizioni cattive e dopo sei giorni sono uscito in condizioni buone».
Il Galliera di oggi a confronto con quello di domani
Tra parentesi i numeri del Galliera di oggi: 14 camere operatorie (8), 3 sale di endoscopia, 80 ambulatori (90), 4 palestre di riabilitazione (2), 5 Tac (3), 2 Pet/Tac (1), 3 risonanze magnetiche (2), 3 angiografi (2), 3 acceleratori lineari (2), 1 gammacamera, 1 Mid (Magnetic iron detector), 1 piastra dei laboratori polispecialistica (5 laboratori).
Il nuovo edificio avrà tre piani esterni, tre seminterrati, più un parcheggio interrato da 435 posti. Sarà distante dalle case più vicine 30,5 metri. Zampini rassicura anche sulle polveri durante i lavori di demolizione. Due gli ingressi: il pronto soccorso da corso Aurelio Saffi e il resto da via Volta.
Gli alberi dell’edificio storico non spariranno, mentre ci saranno 10 mila metri quadrati di giardini pensili. Saranno abbattuti 218 alberi di cui 107 ad alto fusto, ne verranno ripiantati 170 e 1950 arbusti. Nel padiglione storico andranno a finire la mensa aziendale e la parte amministrativa.
Come si finanzia l’operazione?
I costi: 140,5 milioni il cosiddetto lotto uno, ossia il nuovo edificio, 17,2 milioni il lotto due cioè l’ammodernamento e la sistemazione dei padiglioni storici.
I costi di realizzazione del nuovo edificio ammontano a 112 milioni, un valore medio di 1600 euro al mq, «in linea con i dati nazionali», 15,8 gli oneri di progettazione direzioni lavori e collaudo, 12,7 milioni l’iva. De 17,2 milioni, 14,9 saranno i costi di realizzazione, 0,9 gli oneri e 1,4 l’iva.
Le fonti di finanziamento: per quanto riguarda i 140,5 milioni, 41 arrivano dal’ex art 71 della legge 488, 1,8 milioni dalla legge 135 del 1990. Restano 88,1 milioni che sono divisi tra 9,6 già a disposizione da precedenti sessioni, e una stima di 43,3 (già vista al ribasso, visto che ha già più di un anno) per le cessioni dei tre immobili di proprietà e di 44,8 attraverso un mutuo, che sarà coperto soltanto grazie ai risparmi energetici fatti nel corso dell’anno dalla nuova struttura.
I 17,2 milioni per il secondo lotto invece saranno ricavati da risorse di bilancio per manutenzione che non sarebbero più spese (oggi la manutenzione dei padiglioni ha cifre da capogiro).
Pirondini polemizza sull’operazione immobiliare da 43 milioni e sul finanziamento pubblico che avrebbe dovuto andare alla costruzione dell’ormai naufragato ospedale di Vallata in val Polcevera, ma Viale ribatte che quei fondi, non essendo quella legge più finanziata, andrebbero persi se non si spendessero per il nuovo Galliera. Zampini è sicuro che la vendita degli edifici andrà a buon fine proprio per la zona di pregio in cui si trovano. Inoltre la legge sull’appalto integrato prevede la permuta, cioè il pagamento tramite un bene come può essere appunto un edificio. Inoltre il mutuo sarà stipulato con Cassa depositi e prestiti.
Durante il trasloco, assicura il direttore generale Adriano Lagostena, l’ospedale «non smetterà di lavorare neanche un giorno, stiamo completando l’opera di concentrazione delle strutture nei padiglioni storici».
La preoccupazione degli edili genovesi di non riuscire a lavorare in un appalto di simili dimensioni, è stata manifestata da Sarah Zotti, vicepresidente di Ance Genova, che ha chiesto lumi sul tipo di appalto, la risposta di Lagostena ha in parte gelato le aspettative, visto che tra le due opzioni rimaste c’è anche quella del general contractor, che le piccole imprese locali non sarebbero in grado di sostenere. L’unica speranza per le imprese del territorio sarebbe la scelta del Galliera di esterndere la progettualità all’esecutivo e andare con il classico appalto di realizzazione.
L’incomprensione sui posti letto
Oggi il Galliera ha 319 posti letto ordinari per acuti, 20 culle nido, 48 posti per day hospital e day surgery, 44 posti per riabilitazione e cure intermedie (ci sono altri posti letto per psichiatria e rsa). Domani i posti saranno 297 per le degenze. Il progettista fa riferimento solo a quelle meno altri posti non considerati determinanti per la stima dell’utilizzo dell’acqua.