Ridurre i rischi di disturbo e collisione con i capodogli grazie a un’ampia azione di sensibilizzazione di tutti gli operatori interessati. È l’obiettivo del protocollo firmato questa mattina all’Acquario di Genova e stilato dai partner del progetto Whalesafe: Università di Genova, Costa Edutainment, Direzione marittima di Genova Capitaneria di Porto di Savona e Softeco Sismat. Il progetto è cofinanziato dall’Unione europea.
Costa Crociere è la prima compagnia di navigazione ad aderire: «Già da tempo – spiega Alessandro Bertorello, responsabile sezione Ambiente Carnival Maritime – insieme al gruppo Carnival, di cui Costa Crociere fa parte, abbiamo sviluppato una procedura apposita per fornire indicazioni al punto di comando e adottare determinati comportamenti in aree sensibili, per esempio dove i capodogli si riproducono. Non abbiamo fatto altro che adeguarci a un impegno già esistente». Tra i comportamenti da adottare, la riduzione della velocità, ma anche il cambio di rotta, in determinati casi.
Il protocollo definisce quattro livelli di allarme: assenza di capodogli (identificato con il colore verde), presenza di uno o più capodogli in immersione (giallo), capodogli in superficie senza rischio collisione (arancione), capodoglio in superficie con rischio collisione in corso (rosso). Il documento definisce anche tre aree in caso di presenza di capodogli in superficie: zona no transito, nel raggio dei 100 metri di distanza del cetaceo. Zona transito, individuata in un raggio di 500 metri a una velocità consentita di 6 nodi. Zona di allerta, entro un raggio di tre miglia dal punto di registrazione del capodoglio in superficie.
Spetta alla Capitaneria di porto di Savona, che ha collaborato nella fase di ideazione e definizione progettuale del protocollo, la definizione dei quattro livelli di allarme, sulla base di segnalazioni pervenute dalle quattro boe di monitoraggio, posizionate a maggio al largo del porto savonese. «Il nostro ruolo – descrive Giuseppe Cannarile, caposezione Sale e unità navali della Capitaneria di Porto di Savona – è quello di informare le navi in transito circa la presenza di cetacei. Grazie al nostro sistema, l’informazione viene lanciata nelle aree di competenza a beneficio dei comandanti delle navi che possono così adeguare le proprie rotte per salvaguardare i cetacei segnalati». L’adesione al protocollo è volontaria e non sono previsti obblighi o sanzioni.
Il capodoglio, specie protetta, è il più grande tra i cetacei odontoceti. È una delle otto specie di cetacei presenti nell’area del Santuario Pelagos, che si sviluppa lungo tutte le coste del mar Ligure. La loro minaccia principale è rappresentata proprio dal traffico marittimo, che può causare non solo il rischio collisioni, ma anche inquinamento acustico, causando disturbo all’alimentazione e cambiamenti nel comportamento. Nei casi peggiori, lesioni o morte dell’animale.
Questi animali rappresentano una presenza importante nei nostri mari: secondo l’ultima stima (risalente al 2014), se ne contano circa 400 in tutto il Mediterraneo nord occidentale. «Proprio il progetto Whalesafe, grazie al sistema di boe e idrofoni, ci darà dei dati più significativi», precisa Cannarile. L’8% dei capodogli avvistati nel mar Ligure e circa l’8% di quelli avvistati nel Mediterraneo presentano segni di collisione.