Cambieranno alcuni colori: la carta e il cartone saranno conferiti nel bidone blu, l’indifferenziato nel grigio, il vetro in quello verde e così via, ma non è la principale preoccupazione dei sindaci della Città Metropolitana chi ieri hanno partecipato alla conferenza metropolitana, dedicata anche ai rifiuti, per ricevere l’informativa da parte del consigliere delegato Enrico Pignone.
Non ci sono fondi per fare gli investimenti necessari per rivoluzionare la raccolta dei rifiuti secondo le modalità richieste dalla normativa regionale: il porta a porta (o domiciliare) o la raccolta di prossimità richiedono anche per i piccoli Comuni un impegno economico notevole, che però, vista la scadenza del 2020 fissata dalla legge per il passaggio al gestore unico, non è ammortizzabile facilmente. La Regione ha messo solo un milione come fondo per la realizzazione degli obiettivi, diventa così tutto più complicato per le amministrazioni.
Negli indirizzi della Città metropolitana per la strutturazione e organizzazione dei servizi relativi alla raccolta e al trasporto, viene specificato che ogni bacino di affidamento (vedi box) dovrà prevedere almeno 2 isole ecologiche (se non sono già esistenti), per i rifiuti che per dimensione e tipologia non possono essere conferiti nei cassonetti per la differenziata o nella raccolta porta a porta.
Inoltre i bacini collocati nella fascia interna con Comuni che producono frazione organica inferiore a 50 tonnellate al chilometro quadrato, dovranno prevedere compostaggio domestico e comunque almeno due impianti di piccola taglia, anche attraverso i sistemi di semplificazione amministrativa.
Ogni quattro mesi i Comuni dovranno informare la Città Metropolitana dei risultati della raccolta, per valutare eventuali misure correttive.
L’altra questione spinosa riguarda la scadenza dei contratti prima del 2020: i Comuni con l’affidamento in scadenza nel 2016 dovranno comunicare il Comune capofila alla Città metropolitana e trasmettere i capitolati necessari per le procedure di affidamento. I Comuni che vogliono avvalersi dell’accordo quadro useranno la Città Metropolitana come stazione unica appaltante (mentre le singole amministrazioni stipuleranno i singoli contratti derivati). I Comuni con contratto scaduto non contigui territorialmente agli altri Comuni interessati da procedure di affidamento possono procedere in modo autonomo fissando una scadenza al 31 dicembre 2020. Resta da capire per esempio cosa succederà ai Comuni che hanno scadenze nel 2018 per esempio.
Lo stralcio del Piano metropolitano dei rifiuti, dovrà essere consegnato alla Regione Liguria entro il 15 maggio. La delibera prevede che l’affidamento del servizio possa avvenire o attraverso una gara a evidenza pubblica, o un affidamento a società di capitale misto pubblico e privato con procedura di gara per la scelta del socio privato a cui attribuire specifici compiti operativi, o la procedura in house, affidamento diretto nel caso sussistano i requisiti previsti.